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La classifica delle università migliori del mondo Qs: per la prima volta un’italiana tra le top 100

Il QS World University Rankings di quest’anno vede per la prima volta un ateneo italiano nella top 100 con la posizione 98 del Politecnico di Milano. Al vertice della classifica delle università migliori del mondo si riconferma invece il Mit di Boston seguito dall’Imperial College di Londra e da Stanford. La classifica in base a sei indicatori chiave: reputazione accademica, reputazione dei datori di lavoro, rapporto docenti/studenti, citazioni per docente, rapporto docenti internazionali e rapporto studenti internazionali.
A cura di Antonio Palma
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immagine di repertorio
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Per la prima volta un ateneo italiano entra nella top 100 del QS World University Rankings, la classifica delle università migliori del mondo. Si tratta del Politecnico di Milano che pur piazzandosi nelle parti basse della lista, entra nella graduatoria dei più prestigiosi atenei a livello mondiale. La classifica, stilata da QS Quacquarelli Symonds, analista globale della formazione universitaria, vede in testa ancora una volta università Usa e inglesi con al comando Il Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, nominato migliore università del mondo per il quattordicesimo anno consecutivo. La classifica QS World University Rankings valuta le università in base a sei indicatori chiave: reputazione accademica, reputazione dei datori di lavoro, rapporto docenti/studenti, citazioni per docente, rapporto docenti internazionali e rapporto studenti internazionali. Ogni indicatore viene ponderato in modo diverso per determinare la classifica complessiva di un'università.

Il Mit ancora in cima, il Politecnico di Milano è nelle prime 100

Nella Top ten della classifica generale del QS World University Rankings, troviamo solo due atenei non anglofoni, ETH Zurich (Swiss Federal Institute of Technology) e il National University of Singapore (NUS), rispettivamente settino e ottavo. Sul podio, dopo il Mit, troviamo invece l'Imperial College di Londra che si conferma dalla passata edizione, mentre l'Università di Stanford conquista il terzo posto salendo di tre posizioni. A seguire altri tre atenei storici: Oxford, Harvard e Cambridge.

Nella Top 20 delle università migliori del mondo, diversi atenei asiatici come The University of Hong Kong che sfiora la top 10 piazzandosi all'undicesimo posto. Poi la Nanyang Technological University (Singapore) al 12esimo posto e l'Università di Pechino che sale al 14 posto.

Le università italiane nella classifica dei migliori atenei

Per quanto riguarda le università italiane, quest'anno per la prima volta un ateneo nella top 100 con la posizione 98 del Politecnico di Milano. L'ateneo ha fatto segnare miglioramenti significativi in tutti gli indicatori chiave, brillando per numero di docenti rispetto agli studenti e per l'impatto delle ricerche. Per quanto riguarda le singole discipline, l'università milanese è anche nella top ten mondiale in architettura e design e nella top 20 in meccanica, ingegneria civile e tecnologica.

“Questo risultato rappresenta un traguardo significativo. Finora l’Italia era l’unico Paese del G7 senza un’università nella Top 100. In dieci anni abbiamo scalato 89 posizioni grazie alla dedizione della nostra comunità e a una strategia di sviluppo a lungo termine" ha dichiarato la rettirce , la professoressa Donatella Sciuto, aggiungendo: "La nostra forza risiede nella qualità della ricerca e dell’insegnamento, come dimostrano gli indicatori QS. I nostri laureati sono ben preparati per affrontare le sfide globali”.

Per trovare le altre università italiane bisogna scendere oltre. La seconda è la Sapienza di Roma che conquista il 128esimo posto, poi l'Alma Mater Studiorum – Università di Bologna al posto 138 e l'Università di Padova alla 233esima posizione. "L'Italia deve trasformare le sue università in motori di crescita inclusiva, non solo in avamposti accademici. Ciò significa ricostruire gli incentivi al rientro dei talenti emigrati all'estero, creare alleanze università-industria e tradurre il successo formativo in opportunità di carriera in patria. Il riconoscimento globale è un passo essenziale, ma la vera vittoria è il mantenimento dei talenti a livello nazionale" ha commentato Nunzio Quacquarelli, fondatore e presidente di QS.

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