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La centrale nucleare di Caorso è stata smantellata

Dopo quasi 26 anni dalla fine della produzione e a 22 anni dalla definitiva chiusura, sono terminati i lavori di smantellamento e decontaminazione nell’edificio turbina, di quella che è la più grande centrale elettronucleare d’Italia.
A cura di Biagio Chiariello
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La centrale nucleare di Caorso e stata smantellata

La centrale elettronucleare di Caorso è stata definitivamente smantellata e decontaminata dei materiali e componenti metallici ancora contenuti nell'edificio turbina. Sono conclusi, dunque. definitivamente i lavori nell'impianto nucleare più grande d'Italia, dopo quasi 26 anni dalla fine della produzione e a 22 anni dalla definitiva chiusura. Questa attività, spiega in una nota la Sogin (società di Stato che si occupa, tra le altre cose, della bonifica ambientale dei siti nucleari), completa le operazioni di scomposizione della struttura dopo la rimozione delle turbine e del turboalternatore. «A Caorso, complessivamente sono state finora smantellate, decontaminate e allontanate dal sito circa 9.400 tonnellate di sistemi e componenti metallici, il 62% del metallo originariamente presente, circa il peso della torre Eiffel» continua la Sogin, che con l'operazione di Caorso ha compiuto il più grande intervento di bonifica di materiale contaminato realizzato in Italia.

Lo smantellamento della centrale di Caorso è stata un'operazione assai complicata, come spiega Giuseppe Nucci, amministratore delegato di Sogin:

La complessità di questo lavoro ha richiesto la programmazione e lo svolgimento ordinato di ogni intervento. Per terminare la bonifica dei siti nucleari, la più grande bonifica ambientale della storia in Italia, sono previste attività per 5 miliardi di euro e circa 2,5 miliardi per la realizzazione del Parco tecnologico, comprensivo del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi».

I lavori sono stati svolti in varie fasi. Innanzitutto i componenti sono stati separati tra contaminati e non contaminati dopo essere stati ridotti in elementi non superiore ai 2 metri, per facilitare le successive operazioni di decontaminazione. Quest'ultima è avvenuta con specifici trattamenti di sabbiatura e idrolavaggio. Ogni elemento è stato contrassegnato con un codice identificativo e una scheda riassuntiva delle sue caratteristiche radiologiche e delle lavorazioni a cui è stato sottoposto, per consentirne la tracciabilità di ciascun componente fino al conferimento in fonderia di ogni singolo elemento. Le attività hanno consentito di riciclare il 98% del metallo derivante dallo smantellamento. Tutte le operazioni di bonifica, supervisionate dall'Ispra e dall'Arpa Emilia Romagna, per garantire la tutela dei lavoratori e dei cittadini e la salvaguardia dell'ambiente.

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