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La carica delle auto blu: Sicilia e Campania in testa

Duecentoquaranta milioni di euro risparmiati in due anni per le auto blu, secondo un realizzato dal Formez per conto del dipartimento della Funzione Pubblica. In Pa centrale le vetture calano a 1.663: – 14,8% da dicembre 2012. Sicilia e Campania dominano la classifica.
A cura di Biagio Chiariello
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Continua a dimagrire il parco auto (blu) dei ministeri e delle amministrazioni pubbliche centrali. Rispetto al 31 dicembre 2012 si è verificato un taglio complessivo di 601 vetture per un risparmio di 240 milioni per le casse dello Stato in due anni. Ci sono anche 4.557 le auto blu a disposizione, al 1 dicembre 2013, delle amministrazioni regionali e locali. Questi i dati più significativi del rapporto Formez PA-Funzione Pubblica sul parco auto degli Enti Locali che sarà pubblicato nei prossimi giorni sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica. Le Regioni dove se ne contano di più sono la Sicilia (759) e la Campania (508). Le vetture a disposizione delle amministrazioni centrali statali al primo dicembre di quest'anno sono 1.663, il 7,6% del totale di tutte le Pa. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando le auto blu erano 1.951, si è quindi verificato un calo del 14,8%. Scende anche la quota di auto blu a disposizione dei ministeri: all'inizio  erano 1.290 unità, -13,5% rispetto al numero di dicembre 2012 (1.491) a la maggior parte delle quali (1.128) concentrate nei dicasteri cui sono affidati servizi istituzionali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica (ministero della Difesa e ministero della Giustizia).

“Le norme adottate da questo e dal precedente governo – spiega il ministro per la P.A. e la Semplificazione, Gianpiero D’Alia – hanno portato e porteranno risultati positivi anche nelle realtà locali, dove resta però ancora concentrato il più alto numero di auto blu. Oggi, anche grazie alla nuova disciplina introdotta dal Dl 101, siamo nelle condizioni di avere una panoramica totale della situazione, che ci permette di individuare gli abusi in ogni parte d’Italia: ora bisogna ragionare sull’introduzione di strumenti ancor piu’ stringenti per far cambiare registro a quelle amministrazioni che continuano a sperperare eludendo il cambiamento”.

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