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La battaglia della piccola Tafida continua a Genova, chiesta la cittadinanza italiana

L’aereo speciale partito da Londra ha portato la piccola Tafida Raqeeb a Genova dove è stata ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Gaslini per volontà dei genitori che si sono battuti duramente contro la richiesta del Royal London Hospital di staccare i supporti vitali alla bambina.
A cura di Antonio Palma
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La battaglia per la vita della piccola Tafida Raqeeb, la bimba britannica di 5 anni  che vive in uno stato di coscienza minima dopo aver subito una delicata operazione al cervello per una rara malformazione artero-venosa, continua ora in Italia. L'aereo speciale partito da Londra infatti è atterrato nella serata di martedì all'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova dove la piccola è stata presa in carico dallo staff medico dell'ospedale Gaslini. Nella struttura del capoluogo ligure la piccola rimarrà ricoverata nel reparto di terapia intensiva per volontà dei genitori che si sono battuti duramente contro la richiesta del Royal London Hospital di staccare i supporti vitali per l'impossibilità di un ripresa della piccola. Per gli specialisti britannici infatti qualsiasi ulteriore trattamento sarebbe stato inutile e dunque chiedevano si interrompesse il mantenimento in vita artificiale. Una battaglia legale durata a lungo e finita sino all'Alta Corte britannica che infine ha dato ragione ai genitori contro la decisione dei medici.

Sull'aereo speciale allestito appositamente erano presenti lo stesso primario della rianimazione dell'ospedale pediatrico ligure, Andrea Moscatelli, un'equipe di specialisti dell'ospedale e la madre della bimba, la 39enne Shelina Begum. Al momento la donna e il marito, il 45enne Mohamed Raqeeb, si fanno carico di tutte le spese ma hanno chiesto la cittadinanza italiana per la bimba per motivi umanitari ma la risposta ancora non è arrivata. Come ha fatto sapere l'avvocato Filippo Martini, che nella battaglia legale avviata a Londra dalla famiglia ha mediato sulle questioni giuridiche italiane, la domanda è stata presentata un mese e mezzo fa, "il ministro dell'Interno era ancora Matteo Salvini. L'abbiamo ripresentata anche con il nuovo governo, attendiamo risposta. La cittadinanza aiuterebbe i Raqeeb anche per i costi sanitari".

"Non sempre si può guarire, ma sempre si può e si deve prendersi cura dei nostri piccoli pazienti. Questo è quello che il Gaslini fa da oltre 80 anni, perché prendersi cura precede e moltiplica gli effetti delle cure" ha dichiarato il direttore generale del Gaslini Paolo Petralia. "Abbiamo fatto credo la cosa giusta. Ci siamo resi disponibili e utili. Fino ad adesso è andata come doveva andare, adesso siamo certi che sia nelle mani di straordinari pediatri di uno dei migliori ospedali. Adesso è nelle loro mani, nelle mani del buon Dio", ha detto invece il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, prenet al'arrivo del volo insieme al vicepresidente e assessore alla Sanità, Sonia Viale

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