video suggerito
video suggerito

Khrystyna Novak, Francesco Lupino ha confessato ma il delitto non ha ancora il suo colpevole: che succede ora

Francesco Lupino sarà processato per la sesta volta: la Cassazione chiede chiarimenti sulle aggravanti del delitto di Khrystyna Novak, uccisa a colpi di pistola il 2 novembre 2020 nella sua abitazione in provincia di Pisa.
A cura di Biagio Chiariello
0 CONDIVISIONI
Khrystyna Novak
Khrystyna Novak

Il delitto di Orentano torna davanti ai giudici: Francesco Lupino sarà processato per la sesta volta, questa volta nel terzo grado d’Appello, perché la Suprema Corte ritiene che alcune aggravanti non siano ancora chiarite in maniera definitiva. La vicenda, tragica e complessa, riguarda l’omicidio di Khrystyna Novak, donna di origine ucraina uccisa a colpi di pistola il 2 novembre 2020 nella sua abitazione di Orentano, in provincia di Pisa.

Il corpo della vittima fu scoperto solo sei mesi dopo, il 20 maggio 2021, in un rudere a Castelfranco di Sotto. Da allora il percorso giudiziario non si è mai fermato: il Tribunale di Pisa aveva condannato Lupino a 29 anni di reclusione, poi ridotti a 24 dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze. Tuttavia, nel 2023 la Cassazione aveva annullato quel verdetto, rimandando gli atti agli stessi giudici fiorentini. La Corte d’Appello ha confermato i 24 anni, ma la Suprema Corte ha nuovamente cassato il giudizio, chiedendo ulteriori chiarimenti, in particolare sull’aggravante dei futili motivi, che può incidere sul calcolo finale della pena.

La colpevolezza di Lupino non è mai stata in discussione: il 17 giugno 2021, infatti, l’uomo aveva confessato agli inquirenti l’intero episodio. "Sono stato io ad ucciderla, ma volevo solo spaventarla", aveva dichiarato. Secondo la ricostruzione investigativa, la mattina del 2 novembre 2020 Lupino, tatuatore 54enne, si recò a casa della Novak dopo l’arresto di un suo ex socio coinvolto in un giro di hashish. La donna era al corrente della denuncia sporta da Lupino contro il suo compagno e minacciava di parlare. Temendo che potesse svelare la vicenda, l’uomo esplose un colpo di pistola alla testa della donna.

Il giorno successivo, sempre secondo gli atti processuali, Lupino tornò nell’appartamento per prelevare il corpo e nasconderlo in un rudere, dove sarebbe stato ritrovato mesi dopo. La dinamica dei fatti e il contesto in cui si inserisce l’aggravante dei futili motivi rappresentano oggi il nodo centrale del procedimento. La Cassazione ha sottolineato che la valutazione della futilità dei motivi non può basarsi su concetti astratti, ma deve essere ancorata agli elementi concreti della vicenda: servono prove tangibili e dettagli precisi per giustificare l’aumento di pena previsto dall’aggravante.

Nei prossimi mesi la Corte d’Appello di Firenze dovrà riesaminare ogni dettaglio del caso, dalle modalità dell’omicidio al contesto che ha portato alla morte di Khrystyna Novak. Gli avvocati e i giudici torneranno a valutare testimonianze, perizie e documenti raccolti in anni di indagini, cercando di ricostruire con precisione i momenti che hanno preceduto e seguito il delitto.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views