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Ivrea, asilo esclude due gemelline perché non vaccinate. Mamma no vax fa sciopero della fame

Due bambine sono state escluse da una scuola materna di Ivrea perché non in regola con i vaccini obbligatori sul morbillo. La madre ha quindi iniziato da ieri uno sciopero della fame a oltranza dormendo davanti alla struttura scolastica.
A cura di Davide Falcioni
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Restano fuori dalla scuola materna di Ivrea le due gemelline di Ivrea che non sono state ammesse ieri perché non in regola con i vaccini obbligatori. Insieme a loro c'è la madre, Chiara, che da ieri sera ha avviato uno sciopero della fame. La donna ha passato la notte in auto, nei pressi del cancello dell'istituto privato, per poi tornare questa mattina con le figlie di tre anni. Per domani sera si sta organizzando una fiaccolata di solidarietà. L'iniziativa è promossa dal Comitato Libera Scelta di Ivrea di cui la donna fa parte. L'appuntamento è per le ore 20 davanti ai cancelli dell'asilo. Alle bambine mancano alcune profilassi, come quella contro il morbillo. "Sono facoltative", sostiene la donna. "Applichiamo la legge 119 del 2017, la cosiddetta legge Lorenzin", ha invece spiegato l'avvocato Federica Ranieri che rappresenta la scuola. "Porterò avanti lo sciopero sino quando non verrà trovata una soluzione. Sino a quando le mie bambine non avranno il loro armadietto", ha infine annunciato in un video su Facebook la madre delle gemelline.

In realtà la mamma delle due gemelline era stata informata del rischio a cui le bimbe andavano incontro in una lettera inviatale il 26 giugno dalla scuola, che le ricordava come le piccole non fossero ancora in regola con le vaccinazioni obbligatorie. La donna, assistita dall’avvocato Claudio Zanetti, aveva inviato una diffida spiegando di essere in regola in quanto inserita in un percorso con l’Asl. Ieri tuttavia le bambine non sono potute entrare in classe: “Proseguirò nello sciopero fino a quando le mie figlie non avranno il loro armadietto e potranno frequentare la scuola”. La scuola ha replicato: "Abbiamo sempre cercato il dialogo e non lo scontro. Questa è una storia che va avanti da un anno e noi applichiamo la legge 119 del 2017, la cosiddetta legge Lorenzin. Le discussioni si affrontano in aula e non all'asilo davanti ai bambini. Per confrontarsi ci sono le sedi opportune, senza andare allo scontro nel cortile di una scuola".

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