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Italia: ancora praticato l’aborto selettivo delle femmine

Uno studio, condotto dall’Istituto Nazionale francese degli studi demografici, rivela come in alcuni paesi europei, compresa l’italia, venga praticato l’aborto selettivo degli embrioni femminili.
A cura di D. F.
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Chi riteneva che la pratica dell'aborto selettivo fosse diffusa solo in Asia o Africa, in contesti sociali ed economici degradati, sarà costretto a ricredersi. L'Istituto Nazionale francese degli studi demografici ha infatti pubblicato un dossier che mette in luce le discriminazioni sessuali pre-natali anche in Europa. Succede in Norvegia e Inghilterra tra le persone di origine indiana. Ma capita anche in Grecia e Italia, soprattutto tra immigrati della comunità cinese o albanese. L'aborto selettivo, dunque, non è una pratica comune soltanto in Asia, ma anche nella "civile" Europa. Il dato più agghiacciante è quello della Cina, seguita dall'Azerbaigian, dove nascono 117 maschi ogni 100 femmine. In Albania, Kosovo, Montenegro e Macedonia occidentale, i livelli registrati sono più bassi (circa 110-111 nati maschi ogni 100 nascite femminili), ma numerosi demografi ritengono che la regolarità dello squilibrio osservata nel corso degli anni testimonia la realtà di pratiche di aborto selettivo. Secondo Geraldine Duthé, la donna che ha condotto l'inchiesta, la mascolinizzazione selettiva è una pratica ancora fortemente in voga nelle comunità di immigrati provenienti dai paesi dove è praticata, nonostante questi siano integrati in un ambiente sociale in cui il concetto della discriminazione pre-natale è praticamente inesistente.

La pratica consiste nell'aborto degli embrioni femminili anche laddove non è necessaria una "mano d'opera" maschile. la decisione di non far nascere le femmine, dunque, è dettata prevalentemente da ragioni culturali.

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