Inchiesta P4: l’Anm dice basta alla strumentalizzazione politica sulle intercettazioni

Dopo le numerose intercettazioni pubblicate sui giornali che hanno visto coinvolti nell’inchiesta P4 esponenti politici, uomini d’affari e lobbisti di ogni tipo, il Pdl in questi giorni ha di nuovo accelerato sulla possibilità di una cosiddetta legge bavaglio.
I giudici sono intervenuti ancora una volta contro questo provvedimento che limiterebbe notevolmente la loro capacità di indagine. Già ieri alle parole del Ministro della giustizia, Angelino Alfano, che aveva evidenziato il costo e la non rilevanza delle intercettazioni nell’inchiesta P4, aveva risposto il Procuratore capo di Napoli, Giandomenico Lepore, che ha affermato “Sono i magistrati che decidono sulla rilevanza delle intercettazioni” ricordando che ancora una volta “si tenta di minimizzare la consistenza di un’indagine per delegittimare l’attività dei magistrati”.
Oggi è stato il turno dell’Associazione Nazionale Magistrati replicare al Ministro Alfano, “dobbiamo ribadire il no alla strumentalizzazione da parte di taluni esponenti della politica” è la posizione ufficiale dell’Anm. Durante la riunione del direttivo centrale, per discutere il caso della compatibilità dell'onorevole Alfonso Papa con l'associazione all’Anm, il segretario del sindacato dei magistrati, Giuseppe Cascini, si è detto disponibile a discutere con le forze politiche per “un intervento che regoli le modalità di diffusione di intercettazioni non rilevanti", precisando, però, che è “in contrasto con il diritto di informazione qualunque intervento che limiti la libertà di stampa". Cascini, inoltre, ha tenuto a ricordare i tanti inviti rivolti al mondo politico per una riforma seria della magistratura, ma caduti sempre nel vuoto.
Molto più dure sono state le parole del presidente dell’Anm, Luca Palamara, che ha spiegato "La priorità non sono le intercettazioni, ma si deve mettere al centro la drammatica situazione degli uffici giudiziari". Palamara ha tenuto a sottolineare come "è singolare che la politica invece di preoccuparsi del contenuto che sta emergendo si preoccupi di modificare la disciplina delle intercettazioni”. Le domande che l’Anm dovrebbe rivolgere a se stessa sono le stesse che dovrebbe farsi anche il mondo politico, è il ragionamento fatto da Cascini con queste parole: “Dobbiamo interrogarci per capire cosa non ha funzionato nei meccanismi di autogoverno e chiederci come mai non siamo stati in grado di vederli”. Il segretario dell’Anm ha, inoltre, puntualizzato, in accordo con Palamara, che, invece, “ancora una volta la politica non si interroga su quanto emerso, ma si domanda solo come fare per evitare che queste cose emergano o che vengano scoperte”.
Il presidente dell’associazione magistrati ha lanciato, quindi, un appello quasi disperato a tutto il mondo politico affinché si adoperino per una riforma che metta fine allo stato di grave crisi in cui opera la magistratura italiana, perché se non si agisce subito, "di riforma epocale non se ne dovrà parlare più, perché molti uffici chiuderanno".