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Inchiesta appalti coop Cpl: spunta busta con 16mila euro e la scritta “baffo”

I carabinieri hanno sequestrato una busta contenente 16mila euro in contanti e recante la scritta “baffo”.
A cura di D. F.
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I carabinieri del Noe hanno sequestrato, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti della CPL Concordia, una busta recante la scritta "baffo" a Roberto Casari, ex presidente della cooperativa. Il denaro è stato posto sotto sequestro nel giorno dell'arresto di Casari ed è oggi oggetto di indagine. Fonti investigative rendono inoltre noto che un altro dirigente sta collaborando con gli inquirenti della Procura di Napoli che cercano di far luce sul presunto sistema corruttivo grazie a cui la cooperativa avrebbe ottenuto appalti per le opere pubbliche.

Tutte ipotesi confermate nel corso di un lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto Nicola Verrini, responsabile di area della coop (per il Lazio, la Campania e la Sardegna) che martedì ha risposto alle domande dei pubblici ministeri Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto. Verrini ha spiegato come fossero esistite fitte relazioni tra Roberto Casari e Francesco Simone (entrambi dirigenti apicali di CPL) con esponenti del Partito Democratico. Nell'inchiesta, inoltre, è stata scovata una busta con il nome "baffo" e all'interno 16mila euro in contanti.

In seguito all'arresto, eseguito il 30 marzo scorso, Verrini aveva inizialmente deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Qualche giorno fa, tuttavia, ha deciso di offrire chiarimenti ai magistrati, respingendo le accuse a lui mosse (di associazione per delinquere, concorso in corruzione e turbativa d’asta) e offrendo il suo contributo all'inchiesta, parlando per quasi 5 ore del legame tra pubblica amministrazione, politica e affari e confermando sostanzialmente le dichiarazioni fatte dal carcere da Francesco Simone che ha parlato di un sistema corruttivo che ha consentito alla cooperativa di aggiudicarsi appalti in diverse regioni italiane.

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