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Ilva, oggi gli operai dell’area a caldo al lavoro. Clini: “Avanti con l’Aia”

A Taranto gli operai dell’area a caldo sono regolarmente in azienda, domani è previsto lo sciopero a Roma. Sulla questione Ilva parla il ministro Clini che commenta l’operazione della magistratura: “Ha di fatto creato le condizioni per la chiusura degli impianti, per rendere impossibile l’attuazione del Piano di risanamento”.
A cura di Susanna Picone
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A Taranto gli operai dell’area a caldo sono regolarmente in azienda, domani è previsto lo sciopero a Roma. Sulla questione Ilva parla il ministro Clini che commenta l’operazione della magistratura: “Ha di fatto creato le condizioni per la chiusura degli impianti, per rendere impossibile l’attuazione del Piano di risanamento”.

Dopo la bufera che nei giorni scorsi ha investito nuovamente l’Ilva di Taranto, i suoi dirigenti e tutti gli operai (anche quelli degli altri stabilimenti), la giornata di oggi sembra iniziare in un clima di maggiore tranquillità. A Taranto non ci sono più i sit-in e i presidi dei lavoratori dinanzi alle portinerie e gli operai degli impianti dell’area a caldo – sotto sequestro dallo scorso 26 luglio – sono entrati regolarmente al lavoro. Quelli dell’area a freddo, almeno per il momento, restano invece a casa su disposizione dell’azienda. Per risolvere la delicatissima questione dell’Ilva il Governo è al lavoro su un decreto che possa consentire la continuità produttiva dello stabilimento siderurgico, che possa superare dunque il blocco determinato dalla magistratura. E nel giorno della riunione a Palazzo Chigi i sindacati Fim, Fiom e Uilm stanno mobilitando le tute blu per andare a Roma per uno sciopero nazionale. Questa mattina, intervistato in televisione, ha parlato dell’Ilva il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha chiarito le intenzioni del governo a proposito. Riguardo l’operazione della magistratura Clini ha detto che, così facendo, sono state create le condizioni per la chiusura degli impianti, “ovvero le condizioni per rendere impossibile l’attuazione del Piano di risanamento del governo”.

“Interessi perché l’azienda chiuda” – Il ministro ha anche sottolineato che “ci sono molti interessi a che non si risolva la questione. Interessi politici espliciti di chi nei mesi scorsi a Taranto ha chiesto ripetutamente la chiusura e ci sono interessi oggettivi”. La stessa chiusura dello stabilimento di Taranto comporterebbe un vantaggio enorme per i concorrenti europei dell’azienda. Quali saranno dunque le misure del governo? Secondo il ministro Corrado Clini questo decreto che sarà presentato in settimana dovrebbe recepire i contenuti dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dal suo ministero qualche settimana fa, mentre lo stesso ministro ha definito “un po’ remota” l’ipotesi di dichiarare nel decreto l’area come sito strategico nazionale e consentire così la sua riapertura. L’Aia, nelle intenzioni del governo, dà allo stabilimento siderurgico le prescrizioni per garantire sicurezza e lavoro, Clini ha anche ricordato come l’Ilva si sia impegnata a investire per ottemperare alle richieste. Clini ha anche escluso un commissariamento dell’Ilva alla luce degli arresti per i vertici: “Non c’è bisogno di commissariamento, vogliamo cercare di riportare la gestione della situazione Ilva nell’ambito di quello che prevede la legge, il governo vuole l’applicazione piena della legge”.

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