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Ilva, il Governo studia il decreto per salvare gli impianti

Si fa sempre più largo l’ipotesi di rendere gli impianti dell’Ilva di Taranto un sito di interesse strategico nazionale sottraendolo all’intervento della magistratura come accadde con l’inceneritore di Acerra.
A cura di Antonio Palma
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Ilva, il Governo studia il decreto per salvare gli impianti

A Taranto ormai il caso Ilva appare sempre più disperato, dopo la decisione dell'azienda di chiudere lo stabilimento a causa delle nuove richieste di arresto della magistratura, il governo tenta un ultimo tentativo per salvare gli impianti. Il Ministro dell'ambiente Clini ha già assicurato che entro giovedì, quando ci sarà la riunione con le parti sociali e gli amministratori locali a Palazzo Chigi, verrà trovata una soluzione. Si fa sempre più largo quindi l'ipotesi di un decreto ad hoc del governo per salvare gli impianti. “Non sono disponibile a subire una situazione che avrebbe conseguenze terribili" ha tuonato Clini facendo presagire un braccio di ferro con la magistratura. In due giorni il Governo deve decidere se andare allo scontro diretto frapponendosi tra la magistratura e l'azienda o cercare un accordo che però appare ormai improbabile.

Clini pronto al braccio di ferro con i giudici – “Applicare la legge vuol dire attuare pienamente le misure che abbiamo adottato, nel caso in cui il fermo degli impianti fosse un ostacolo, dovremo affrontare il problema, prendendo provvedimenti per imporre il rispetto della legge” ha proseguito il Ministro che davanti a sé ha solo due opzioni. Il Governo infatti o dovrà emanare un decreto in cui l'impianto viene considerato sito di interesse strategico per la nazione sottraendolo alla normale azione giudiziaria della magistratura, oppure imporre all'azienda il rispetto tassativo delle prescrizioni già previste per il risanamento, anche con gli impianti sotto sequestro. L'ipotesi del sito di interesse nazionale non è nuova, come ha confermato lo stesso Clini, essendo stata già adottata dal Governo Berlusconi con l'inceneritore di Acerra. Il nodo della questione però e sempre quello dell'applicazione dell'Aia perché i nuovi interventi della magistratura di fatto rendono inapplicabile le misure previste dall'Autorizzazione Integrata Ambientale e dunque vano il tentativo di salvare gli impianti attuato dal Governo.

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