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Il viaggio di Pip, la cagnolina che per il Covid ha percorso 2000 km per tornare dalla sua famiglia

Nel marzo scorso, allo scoppio dell’emergenza Covid, i padroni della cagnolina Pip hanno dovuto interrompere il loro viaggio in South Carolina, lasciarla alle cure di un’amica e fare rientro in Australia, dove vigono delle rigide normative sugli animali importati dall’estero. Quella che doveva essere solo una breve separazione si è però trasformata in un’attesa lunga mesi, a causa del prolungato lockdown. Così è cominciata l’odissea di Pip: un lungo viaggio dagli Stati Uniti all’Australia per tornare a casa.
A cura di Daniela Brucalossi
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A tornare a casa dalla sua famiglia questa volta non è stato Lessie ma Pip, una dolce bassotta di razza Wiener, e solo dopo un lunghissimo viaggio dagli Stati Uniti all’Australia. Nel marzo scorso, allo scoppio dell’emergenza Covid, i padroni hanno dovuto interrompere il loro viaggio in South Carolina, lasciare Pip alle cure di un’amica e fare rientro a casa, in Australia, dove vigono delle rigide normative sugli animali importati dall’estero. Quella che doveva essere solo una breve separazione si è però trasformata in un’attesa lunga mesi, a causa del prolungato lockdown.

Zoe e Guy Eilbeck e i loro figli Cam e Max erano in viaggio da più di due anni quando è scoppiata la pandemia. Stavano coronando il sogno di una vita: un giro del mondo in yacht. Nel 2018, durante una tappa a Messina, avevano trovato Pip in un canile e, da allora, era diventata la loro mascotte durante la vita di bordo.
Quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, gli Eilbeck si trovavano in South Carolina e, prima di tornare in Australia, hanno affidato la cagnolina a Lynn Williams, un’amica che viveva nei dintorni. Essendo però la fattoria della famiglia Williams già affollata di animali, Pip ha potuto restare lì solo pochi giorni. E’ stata quindi affidata alle cure di un’altra signora del North Carolina, Ellen Steinberg.
Intanto, Zoe e Guy tentavano disperatamente di occuparsi delle questioni burocratiche per il rientro di Pip in Australia, diventate ancora più complicate a causa della pandemia, e si tenevano sempre aggiornati sulle sue condizioni tramite messaggi e videochiamate.
"Gli scattavo sempre foto e le pubblicavo sui social media, raccontando la sua storia. Così Pip ha cominciato ad avere molti followers che ci mandavano messaggi di incoraggiamento”, ricorda commossa Zoe.

Dopo molte telefonate e mesi di attesa, la famiglia Eilbeck ha scoperto che l’unico modo per riportare Pip in Australia era farla volare da Los Angeles fino in Nuova Zelanda con la compagnia di trasporto di animali domestici Jetopets e poi, da lì, trasferirla a Melbourne. Rimaneva ancora però l’ultimo ostacolo: chi avrebbe portato la bassotta a Los Angeles? Gli Eilbeck hanno fatto tappezzare il North Carolina di annunci fino a quando Melissa Young, attivista di The Sparkly Foundation, un’associazione che si occupa della salvaguardia degli animali domestici, si è offerta volontaria per attraversare gli Stati Uniti con Pip. Dopo aver attraversato sette stati, la cagnolina è finalmente riuscito ad imbarcarsi a Los Angeles su un volo Jetpets e ad atterrare prima a Auckland e poi a Melbourne. Dopo 10 giorni passati in quarantena, secondo la legge australiana, Pip avrebbe dovuto essere imbarcata su un aereo per Sydney, dove la sua famiglia l'aspettava impaziente. Ma l’odissea per la povera bassotta non era ancora finita: proprie in quelle ore il governo australiano ha chiuso le frontiere fra gli stati di Victoria e New South Sales, impedendo così la sua partenza.

Intanto, l’incredibile storia di Pip veniva raccontata dai media locali, conquistando e commuovendo migliaia di persone. Un appello fatto dagli Eilbeck e pubblicato sul Sydney Morning Herald, ha convinto la compagnia area Virgin Australia a intervenire, riportando Pip a casa. L’11 agosto la cagnolina è finalmente atterrato a Sydney. Ad aspettarla la sua famiglia al colmo della gioia, una troupe televisiva e diversi giornalisti locali.
"La nostra più grande paura era che non si ricordasse di noi dopo tutto quel tempo", racconta Zoe. “Invece quando ha sentito le nostre voci è corsa tra le nostre braccia. È stata un’emozione incredibile”.

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