“Sono stata violentata”: Sindaco-sceriffo mette una taglia da 10mila euro sugli aggressori

A Cinisi, piccolo paesino della provincia di Palermo, una ragazzina di 14 anni ha denunciato di aver subito un tentativo di violenza sessuale da parte di uno o due uomini, i quali nel tardo pomeriggio di venerdì scorso l'avrebbero bloccata con la forza e portata in una zona buia, per poi cercare di abusare di lei. Nella zona, stando al racconto della quattordicenne, si trovavano numerose persone, tra bagnanti e automobilisti di passaggio, ma nessuno avrebbe fatto niente per salvare la ragazzina sai suoi aggressori. Il presunto violentatore sarebbe un uomo di circa 30 anni e con numerosi tataggi, probabilmente accompagnato da un complice. I carabinieri avrebbero anche fermato uno dei sospettati, che però pare avere un alibi e che al momento dell'aggressione si trovasse in un'altra zona della provincia. Al momento è stato denunciato a piede libero, in attesa di ulteriori riscontri sull'alibi fornito.
Quando gli abitanti del piccolo paese sono venuti a conoscenza dell'accaduto, subito si sono scatenate reazioni indignate e il sindaco di Cinisi, l'avvocato Giangiacomo Palazzolo, ha subito offerto il suo aiuto, emanando un'ordinanza con la quale viene stanziata la somma di 10 mila euro che verrà elargita a chi fornirà informazioni utili per risalire all'identità dei due aggressori.
Una taglia, in pratica, come nel Far West. Una provocazione, non si potrebbe definire in altra maniera perché a differenza degli Stati Uniti, dove il sistema giudiziario è diametralmente differente rispetto al nostro, in Italia l'applicazione di una taglia su malviventi di qualsivoglia specie non è prevista dall'ordinamento, non fa parte della cultura giuridica italiana, se non in casi estremi, in situazioni eccezionali. Una provocazione per far parlare di sè e del proprio Comune evidentemente, perché se l'atto può anche essere stato deliberato in buona fede, essendo Palazzolo un avvocato italiano, oltre che un amministratore pubblico, è difficile sostenere non fosse a conoscenza di questa quisquilia da cultori di procedura penale.
Il sindaco, però, rifiuta questa definizione, sostenendo di aver pensato a firmare la delibera perché l'unico modo per fornire alla vittima una chance di ottenere giustizia: "È un modo concreto per cercare di avere notizie utili per risalire all'identità delle persone coinvolte in questa bruttissima vicenda che mi ha molto amareggiato. Spero in questo modo di dare il mio contributo alla scoperta della verità. Sono vicino alla famiglia della ragazza e sono addolorato per una violenza che ha ferito la mia comunità", ha commentato il sindaco cercando di difendersi dalle polemiche sorte in seguito alla sua decisione.
Non è la prima volta che una persona che riveste un ruolo pubblico propone una taglia in cambio di informazioni utili. Nel 2004, in seguito all'omicidio di un benzinaio avvenuto nella provincia di Lecco, l'ex ministro leghista Roberto Calderoli propose una taglia da 25 mila euro destinata a chi avesse riportato informazioni utili all'arresto dei colpevoli dell'assassinio di Giuseppe Maver. L'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli accolse favorevolmente la proposta, definendola "legittima, ma anche meritoria".
La proposta di Calderoli scatenò una bagarre istituzionale e l'allora presidente dell'Associazione nazionale dei magistrati, Edmondo Bruti Liberati, dichiarò: "Il fatto che questa proposta venga definita ‘meritoria' dal Ministro della Giustizia in carica suscita gravissimo allarme. L'offerta di ricompense per informazioni fornite alle autorità di polizia è una triste evenienza cui fare ricorso in casi eccezionali e la taglia offerta da privati, magari accompagnata da irresponsabili ammiccamenti al farsi giustizia da sé è un gesto distruttivo della convivenza civile, mina gravemente il ruolo delle istituzioni dello Stato, e, per di più, intralcia e interferisce nella difficile attività di indagine della polizia e della magistratura".