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Il serial killer delle tartarughe marine non si ferma, uccisi 5 esemplari in tre mesi: esposto del Wwf

Cinque tartarughe marine uccise in tre mesi: tutte sono state rinvenute nell’area portuale di Barletta con le pinne legate a grosse pietre e poi lasciate annegare: l’ultima aveva al collo il disco del freno di un auto. Il Wwf ha presentato un esposto alla Procura di Trani.
A cura di Chiara Ammendola
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Punite per essere rimaste intrappolate nelle reti da pesca. È questa l'ipotesi del Wwf che ha presentato un esposto in Procura a Trani dopo il ritrovamento della quinta tartaruga marina uccisa nell'area portuale di Barletta in meno di tre mesi.

Le tartarughe, così come riportato dal Wwf, sono state rinvenute con le "pinne legate a grosse pietre", l'ultima era invece "legata ad un disco del freno di un'auto". Tutte sarebbero morte per annegamento perché impossibilitate a tornare in superficie per respirare, con i pesi attaccati a pinne e collo.

Alcune delle tartarughe uccise
Alcune delle tartarughe uccise

"I sospetti – continua l'organizzazione di difesa ambientale – sono indirizzati verso chi pesca utilizzando reti da posta all'imbocco del porto di Barletta e che avrebbe deciso di punire le tartarughe che restano intrappolate nelle reti, condannandole a morire annegate tra atroci sofferenze".

L'ultima Caretta caretta trovata morta è stata trasportata a Foggia per essere sottoposta ad autopsia presso l'Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, così da fare luce sulle cause del decesso. Al momento le indagini sono affidate al Roan della Guardia di finanza di Bari e alla Capitaneria di Porto.

Lo scorso 14 gennaio il penultimo ritrovamento, comunicato dal Wwf: “La Capitaneria di Porto di Barletta ha rinvenuto altre due tartarughe vittime del mostro efferato che lega queste creature indifese a massi per farle affondare e ucciderle annegate – si legge in un post Facebook del Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta – le due Caretta caretta sono state legate alle pinne tra di loro: la più piccola delle due, dimenandosi nel tentativo di liberarsi dal cappio, si è autoamputata una pinna. Purtroppo essendo stata bloccata ad entrambe le pinne, è rimasta legata al macigno ed è annegata lo stesso”.

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