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Il ricordo del marito di Santina, morta a 35 anni dopo il parto: “Io e i bimbi l’ameremo sempre”

Le parole di dolore di Marco Provenzano, il marito di Santina Adamo, la 35enne morta all’ospedale di Cetraro per una emorragia dopo aver partorito il suo secondo bambino. A tre mesi da quella tragedia l’uomo ha chiesto “giustizia. Voglio sapere la verità su quella notte. Spesso mio figlio più grande mi chiede: Dov’è la mia mamma?. Io gli faccio poggiare la mano sul cuore, lui sente i battiti. Gli dico che è sua madre che bussa”.
A cura di Ida Artiaco
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Santina Adamo (Facebook).
Santina Adamo (Facebook).

"Io so cosa vorrebbe mia moglie da me in questo momento, per questo non devo e non posso arrendermi". A parlare è Marco Provenzano, marito di Santina Adamo, la 35enne deceduta per una emorragia dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio lo scorso luglio all'ospedale di Cetraro, in provincia di Cosenza. A poco più di tre mesi da quella tragedia, l'uomo, intervistato da LaCNews24, è tornato a chiedere giustizia per la donna della sua vita, che ha amato per 17 anni e che gli ha dato due bambini, il più grande dei quali ha tre anni e mezzo. "Spesso lui mi chiede: Dov'è la mia mamma?. Io gli faccio poggiare la mano sul cuore – ha raccontato Marco -, lui sente i battiti. Gli dico che è sua madre che bussa. Se la vuole sentire più forte, non deve fare altro che correre. Lui si consola e sorride". Il dolore per quanto successo è ancora forte: "Tina è il mio amore, stavamo insieme da 17 anni – ha continuato -. Questa è una situazione particolare, dolorosa però con il passare dei giorni ti rendi conto che bisogna reagire, smettere di limitarsi a non morire e ricominciare a vivere. Quando hai una ragione per andare avanti, anzi due, due splendidi bambini come i nostri, non puoi e non devi mollare".

L'incubo della famiglia Provenzano è cominciato la notte del 16 luglio scorso, quando Santina è ricoverata all'ospedale di Catraro dove partorisce il suo secondo figlio. Poco dopo la donna ha avuto dolori lancinanti all'utero, poi le lenzuola del suo letto hanno cominciato ad essere intrise di sangue. I medici a quel punto la trasferiscono d'urgenza in sala operatoria, dalla quale lei non uscirà viva all'alba del mattino seguente. Esami successivi alla morte di Tina confermano che si è trattato di una emorragia massiva. La Procura di Paola, dopo la tragedia, ha aperto un fascicolo e ha iscritto nell'elenco degli indagati le sei persone che quella notte hanno tenuto in cura Tina: tre ginecologi, due rianimatori e un'ostetrica. A seguito delle indagini, a causa delle criticità riscontrate, è stato sospeso il punto nascite in quella struttura e si è scoperto quella notte nell'emoteca dell'ospedale di Cetraro era presente una sola sacca di sangue compatibile con il gruppo sanguigno della paziente, a fronte delle quattro obbligatorie per legge. "Non voglio vendetta, voglio giustizia. Voglio sapere la verità su quella tragica notte", ha concluso il marito di Santina, Marco, che ha aggiunto: "Ti amo e ti amerò per sempre. Anzi, ti amiamo".

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