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Il pm di Aosta resta ai domiciliari, ma si difende: “Non sapevo che fosse mio indagato”

Per il Gip “dopo gli interrogatori la gravità degli indizi di colpevolezza” nei confronti del procuratore Pasquale Longarini “si è ulteriormente rafforzata”. Lui si difende: “Solo leggerezze, non sapevo che l’albergatore era un mio indagato”
A cura di Antonio Palma
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Il viaggio in Marocco pagatogli dall'imprenditore amico? Solo una leggerezza. E i bonifici da 55mila euro? Un rimborso per i lavori del tetto di casa che aveva problemi  al momento dell'acquisto. Così si è difeso davanti ai giudici il pm di Aosta Pasquale Longarini, procuratore capo facente funzioni al quale la Procura di Milano contesta le ipotesi di reato di favoreggiamento per aver favorito un suo  amico. "Se vogliamo stabilire la regola che i magistrati devono vivere in un bunker e non avere alcun contatto con il mondo esterno facciamo pure, ma allora deve valere per tutti" ha commentato il suo difensore, l'avvocato Anna Chiusano". Eppure proprio dopo gli interrogatori di garanzia, secondo il Gip, "la gravità degli indizi di colpevolezza" nei suoi confronti "si è ulteriormente rafforzata".

Per questo il giudice per le indagini preliminari Giuseppina Barbara ha respinto la richiesta di scarcerazione confermando invece per Longarini, gli arresti domiciliari e l'accusa di favoreggiamento. Secondo l'accusa il pm avrebbe fatto pressioni per indurre un prestigioso albergo di Courmayeur, il cui titolare era indagato dallo stesso pm per frode fiscale, a stipulare un contratto di fornitura da 70-100 mila con il Caseifico Valdostano di Gerardo Cuomo, imprenditore "legato al pm da amicizia". Anche per Cuomo quindi il Gip ha confermato la misura della custodia cautelare

Il magistrato avrebbe ammesso di aver telefonato la mattina del 4 gennaio al direttore dell’albergo per segnalare Cuomo in vista di un futuro incontro, ma ha sostenuto di non sapere che il proprietario fosse un suo indagato. Cuomo però dal suo canto avrebbe spiegato che la sera prima si era visto la propria offerta di fornitura perché ritenuta troppo cara. Proprio questa circostanza fa dire al giudice che gli indizi di colpevolezza si sono rafforzati perché se  il giorno successivo l’albergatore accetta la fornitura, significa che la telefonata mattutina del pm è stata decisiva "per sbloccare la situazione".

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