Il parroco che nega il catechismo a una bimba down “perché troppo vivace”

Siamo a Pescara, nella chiesa del Gesù Risorto, teatro di un episodio piuttosto discutibile nei confronti di una bambina affetta dalla sindrome di Down. Secondo quanto scrive il quotidiano Il Centro, il parroco della chiesa, in accordo con una catechista, avrebbe deciso di ridurre la lezione del sabato pomeriggio a questa bambina motivando la sua decisione: è troppo vivace e distoglie gli altri bambini. Se per gli altri, infatti, la lezione di catechismo dura un’ora, la piccola di 9 anni riceve suo malgrado uno “sconto”. La mamma la accompagna in chiesa alle 15 e alle 15.15 le chiedono già di andare a riprenderla. La vicenda è stata denunciata dal nonno della bambina che ha spiegato, appunto, la motivazione data alla famiglia affermando quanto questa sia ingiusta e assurda. La nipote, infatti, avrebbe voglia secondo suo nonno di stare con i suoi compagni e ciò le viene negato. La chiesa, continua il nonno, non dovrebbe essere un luogo di accoglienza e tolleranza?
Le motivazioni del parroco e l’invito ai genitori: “Accompagnatela e restate con lei” – Il parroco di questa chiesa di Pescara, da parte sua, ha provato a motivare ancor meglio le ragioni della catechista spiegando quello che è il comportamento della bambina al catechismo: secondo lui la piccola affetta da sindrome di Down non riesce a reggere nemmeno 15 minuti di lezione, che lui avrebbe potuto rifiutarla del tutto visto che non è una sua parrocchiana ma che invece non l’ha fatto.
L’ho fatta venire, ma non riusciamo a controllarla: vuole dormire, si allunga sul sofà, fa le storie. Io non so come parlarle.
Insomma sarebbe questa, nelle parole del parroco, la “vivacità” della piccola che ha spinto la catechista a escluderla dalla lezione. Ma poi, don Mietek, forse ci ripensa, magari consapevole che il provvedimento è stato un po’ troppo duro. E allora invita i genitori o i fratelli della bambina ad accompagnarla e a restare con lei al catechismo: “Potrebbero aiutarci a contenerne la vivacità. Li accolgo volentieri”.