Il mistero di Manuela Murgia morta a 16 anni, l’ex fidanzato chiede incidente probatorio: slitta test su abiti

Dopo 30 anni trascorsi dalla morte di Manuela Murgia, ci vorranno ancora settimane prima che il gip di Cagliari possa dare l’avvio agli accertanti medico legali e tecnico scientifici alla base della nuova inchiesta sul decesso della sedicenne trovata morta il 5 febbraio 1995 nel canyon della necropoli di Tuvixeddu. I tanto attesi test di laboratorio sugli abiti dell’adolescente, infatti, sono slittati a causa di un'istanza di incidente probatorio presentata dalla difesa dell’unico indagato, l’ex fidanzato della ragazza, ora 54enne.
L'avvio degli accertamenti tecnici non ripetibili su indumenti, accessori della vittima e sulle scarpe di Manuela Murgia erano in programma ieri nella sede del servizio centrale della polizia Scientifica a Roma. Una istanza dell’avvocato dell’uomo però ha bloccato tutto. Il legale infatti ha presentato la riserva di accertamento probatorio, riservandosi il tempo necessario per una richiesta formale.
Solo dopo dieci giorni il giudice per le indagini preliminari potrà quindi nominare gli esperti che si occuperanno del caso in contraddittorio con i periti incaricati dalle parti. Si tratta infatti di accertamenti non ripetibili e di fondamentale importanza, secondo la Procura di Cagliari, che si occupa della nuova inchiesta a 30 anni dal tragico evento, frettolosamente archiviato all’epoca come suicido.
Fondamentali le indagini e gli accertamenti autonomi condotti per conto della famiglia di Manuela Murgia che non si è mai arresa alla tesi del suicidio. Il caso infatti è stato riaperto solo quest’anno dopo che una perizia di parte presentata dai parenti ha evidenziato come la tesi della caduta fosse basata sul nulla e che al contrario probabilmente la ragazzina è stata violentata e poi uccisa, investita da un’auto.
“Speriamo che dai nuovi esami possa emergere il Dna del colpevole” ha spiegato la sorella della 16enne. Per i nuovi test, gli avvocati Giulia Lai e Bachisio Mele, che rappresentano la famiglia di Manuela Murgia, hanno già indicato come loro consulente Emiliano Giardina. La difesa dell'ex fidanzato ha invece contattato l'ex generale dei carabinieri del Ris, Luciano Garofano.
Gli esami sui vestiti, recuperati circa un mese fa nell'allora Istituto di Medicina Legale dell'università di Cagliari, oggi dismesso, serviranno per cercare eventuali elementi, soprattutto sugli indumenti intimi, per tracciare profili genetici e Dna, impronte non visibili a occhio nudo o tracce diverse dal materiale biologico, come i residui di fumo individuati nel maglioncino.