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Guerra in Ucraina

Il lungo viaggio di Mario per scappare dalla guerra: “Russi ci bombardavano, mangiavamo la neve”

Mario Sabatino, pensionato 66enne, racconta a Fanpage.it il suo lungo viaggio per scappare dall’Ucraina e arrivare in Italia: “Facevamo gli agricoltori e questo ci ha salvato perché non saremmo sopravvissuti senza le nostre riserve di cibo”.
A cura di Susanna Picone
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“Se non vi vede non si può capire, io ancora non credo a quello che ho visto: cadaveri in mezzo alle strade, siamo arrivati verso la Russia con i fazzoletti bianchi in mano, quello che hanno fatto ancora me lo sogno la notte”. È drammatico il racconto che Mario Sabatino ha affidato a Fanpage.it, quando finalmente si è sentito al sicuro in Italia. Pensionato di 66 anni, Mario da diversi anni si era trasferito in Ucraina e la notte tra il 23 e il 24 febbraio scorsi si è ritrovato sotto le bombe. Bombe che hanno colpito anche la sua casa vicino Kharkiv.

“Facevamo gli agricoltori e questo ci ha salvato perché non saremmo sopravvissuti senza le nostre riserve di cibo” ci racconta il 66enne, costretto con la sua famiglia anche a mangiare la neve per andare avanti. Ha raccontato che prima dell’inizio della guerra la Farnesina aveva chiesto agli italiani di rientrare perché il timore di una invasione dell’esercito russo era concreto, ma che lì nessuno aveva davvero preso sul serio questi allarmi. Poi però ha visto con i suoi occhi che la guerra era reale, e che i russi avevano iniziato a bombardare l'Ucraina.

Mario con la moglie
Mario con la moglie

Dopo tante difficoltà Mario Sabatino è tornato in Italia dopo un viaggio di quasi due settimane, con sua moglie, la suocera 82enne, un volontario ucraino, due gatti e due cani. Diversamente da tanti rifugiati che hanno raggiunto la salvezza passando per Leopoli, Mario e i suoi cari hanno dovuto attraversare la Russia e una volta raggiunta la Lettonia scendere fino all'Europa centrale prima di arrivare finalmente a casa. Il loro viaggio è iniziato il 17 marzo e dopo dodici giorni Mario è arrivato in Toscana: ora si trova a Pistoia in un appartamento messo a disposizione dai boy scout della città.

L’emozione, ci racconta, è stata grande quando finalmente è arrivato in Italia e non può non ringraziare chi lo ha aiutato concretamente. Ma è impossibile dimenticare quello che ha visto: “Ho visto cadaveri per le strade, bambini morti, cose difficili da cancellare, non dormo la notte”, le sue parole. “Kharkiv era una città universitaria, piena di studenti, hanno distrutto tutto – il racconto a Fanpage.it – mia suocera dice che quello che hanno fatto i russi non lo hanno fatto nemmeno i nazisti”.

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