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Il leader del Family Day contro Elton John: “No a Sanremo, no a comizi pro gay”

Elton John bersaglio di gruppi cattolici e a favore della famiglia tradizionale, proprio come Conchita Wurst, ospite speciale della scorsa edizione del festival.
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L’intervento di Elton John a Sanremo non si trasformi un un “comizio a favore dell’omogenitorialità o in uno spot pubblicitario delle cosiddette famiglie arcobaleno”. E’ quanto chiede alla presidente ed al direttore generale della Rai il portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli” e leader del popolo del Family Day, il neuropsichiatra Massimo Gandolfini. Domani sera, l’interprete delle celeberrime “Your song” e “Candle in the Wind” salirà sul palco dell’Ariston nel corso della prima serata della kermesse condotta da Carlo Conti. Forse Elton John neppure lo sa, ma il fatto che, proprio in questi giorni, nel Parlamento italiano si stia discutendo di unioni civili e stepchild adoption, lo ha reso bersaglio principale dei gruppi e delle associazioni che difendono la famiglia tradizionale, visto che il cantante è noto anche per la sua omosessualità e per aver adottato due figli sfruttando la tecnica dell’utero in affitto insieme al marito, il regista canadese David Furnish.

Le qualità artistiche di Elton John, scrive Galdolfini, “sono universalmente riconosciute e condivise” tuttavia si chiede “che ci si limiti alla sua performance canora, a maggior ragione, in questo momento delicatissimo per il nostro Paese, essendo in discussione in Senato un ddl che riguarda proprio le unioni fra persone di pari sesso e l’omogenitorialità. Il servizio pubblico deve rispettare la sensibilità del popolo italiano e, sul tema, ogni sondaggio documenta la netta contrarietà culturale dei nostri concittadini. Il servizio pubblico non può essere strumento di parte: ci si astenga pertanto dallo schierarsi da una parte particolare.”

La comunità dei lettori de La Croce, il quotidiano diretto da Mario Adinolfi, ha anche lanciato un hashtag per riempire Twitter domani sera: #ioboicottosanremo, a cui segue l’invito a spegnere la televisione durante l’esibizione della superstar britannica. “È un insulto per tutti coloro che pagano il canone Rai – spiegano gli organizzatori della protesta –  vedere la sfrontatezza con cui ancora una volta si usi la kermesse musicale per fare propaganda all'utero in affitto.”

Quest’anno, Elton John sale sul banco degli imputati perché il tema caldo sono le unioni civili. L’anno scorso, il dibattito politico era incentrato sulla cosiddetta “teoria del gender” e Carlo Conti invitò a cantare Conchita Wurst, un travestito che si esibisce in abito da donna pur mantenendo una folta barba. A questo punto sembra ovvio che si sia trattato di due scelte ben calcolate per far aumentare l’attenzione attorno al festival più amato dagli italiani.

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