Il killer non era sorbitolo, ma l’acquisto dei farmaci online è un business in Italia

Non è stato dunque il sorbitolo a provocare il decesso di Teresa Sunna, la 28enne tranese che si stava sottoponendo ad un test su eventuali intolleranze alimentari in un centro medico privato di Barletta. Dagli accertamenti e l'autopsia sul corpo della donna, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Trani nella quale sono inclusi anche i due casi di avvelenamento di altre due pazienti -per fortuna senza conseguenze-, si evince che ad ucciderla è stata una concentrazione del 70% di nitrito di sodio, una sale contenuto in una sacca di cinque chili di Sorbitol food grade acquistata online. Su eBay per la precisione.
Non è ancora chiaro come sia stato possibile confondere il sorbitolo col nitrito di sodio. E' probabile che ci sia stata una sostituzione o forse una contaminazione. Su questo punto sono al lavoro gli inquirenti. C'è da dire che questa sostanza tossica è molto simile al dolcificante, alla cui somministrazione era stata attribuita la morte della 28enne. Nel suo corpo sono state individuate dosi massicce di nitrato, la cui dose letale per un uomo è fissata a 22 milligrammi per chilo corporeo (l'ingerimento disturba la funzione principale dell'emoglobina, cioè il trasporto di ossigeno).
Il sorbitolo non è più sul banco degli imputati, ma nonostante ciò la vendita è stata già bloccata sui canali di tutto il mondo del popolare sito di e-commerce. Ma su eBay la lista di farmaci e presunti tali acquistabili è lunga, come fa notare anche un articolo di Wired.it: anabolizzanti, creatina, energetici che restituiscono un aumento di testosterone; pillole che promettono prestazioni sessuali eccellenti; e ancora, test di gravidanza e ovulazione. Tutti prodotti che se assunti senza un minimo di controllo possono portare a serie controindicazioni.
E a ben vedere, il ruolo di eBay in questa brutta storia è a dir poco marginale. A dirlo, indirettamente, sono i numeri dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), secondo cui i farmaci acquistati sulla Rete risultano contraffatti in oltre il 50% dei casi. Cioè un prodotto su due è falso (e il dato non considera le "farmacie" mascherate, cioè quelle dietro cui si celano truffe informatiche e che di solito finiscono nelle cartella "spam" della nostra posta elettronica). Inoltre, appena l'1% delle 40.000 farmacie online censite sarebbe legale, ovvero controllato dalle autorità competenti: solo 246 sono quelle riconosciute, su 1.121 ci sono dei sospetti, mentre 38.947 sono illegali (cioè vendono farmaci non conformi agli standard vigenti).
Ma ad ogni modo, gli italiani sembrano preferire il farmacista in carne ed ossa. Solo il 13% è disposto ad acquistare prodotti in Rete. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Gfk Eurisko, a giugno, per conto di ANIFA, Associazione Nazionale dell'Industria Farmaceutica dell'Automedicazione. Anzi, sarebbe disposto a fare acquisti medici con mouse e tastiera, in quanto in Italia è proibita la compravendita su Internet di questa tipologia di merce. E a tal proposito, va detto che gli italiani non sembrano sapere che comperare farmaci sul web è illegale. Il 41% degli intervistati della stessa indagine Aifa non è a conoscenza nella normativa vigente nel nostro Paese.