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Il cucciolo di orso salvato in Trentino e ora destinato a una vita in gabbia dopo la morte del Runner

La tragedia del runner trentino ha cambiato anche il destino di un cucciolo di orso di 2 mesi salvato dai forestali in Val d’Algone e che ora non potrà più essere messo in libertà dopo le cure. Rimarrà per sempre in cattività.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di archivio
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Era stato salvato in Trentino pochi giorni prima dell'attacco mortale dell'orsa Jj4 costato la vita al runner Andrea Papi, ma proprio quell'episodio ha segnato per sempre la sua vita perché ora quel cucciolo di orso è destinato a vivere la sua intera esistenza in gabbia, in cattività. A raccontare la sfortunata storia dell'orsetto di appena due mesi è Il Dolomiti raccogliendo la testimonianza del dirigente del Servizio Foreste della Provincia di Trento, Giovanni Giovannini.

Lo sfortunato orso è stato vittima di un incidente mentre era con la mamma, era scivolato in un canalone profondo in Val d'Algone, da dove non è più riuscito a riemergere e dove è stato poi trovato e recuperato una decina di giorni fa dai forestali della Provincia autonoma di Trento. Visto che non riusciva a nutrirsi ed era malridotto, dopo alcuni giorni di osservazione, i Forestali lo hanno recuperato e curato con l'ausilio dei veterinari.

L'intenzione era quella di rimetterlo in sesto e poi rilasciarlo in natura, come già accaduto per altri esemplari in passato, ma purtroppo per lui è avvenuta la tragedia dei boschi di Caldes, in Val di Sole, e ora il suo destino sarà totalmente diverso. “Non potrà tornare in natura. Quando sono così piccoli la reintroduzione dovrebbe avvenire in poco tempo ma questa volta non è stato possibile" ha affermato Giovannini al quotidiano, spiegando: "Di fatto dovremo allevarlo per poi destinarlo a qualche struttura faunistica”.

Per ora l'animale sarà tenuto nel Centro di recupero della fauna di Casteller, lo stesso centro dove sarà condotta l'orsa jj4 in caso di cattura. I forestali impegnati nelle operazioni di ricerca e cattura infatti non possono spararle in quanto un decreto del Tar di Trento ha sospeso l'ordinanza di abbattimento dell'esemplare e devono catturarla solo con le trappole che vanno spostate ogni giorno.

"Da due settimane circa, un piccolo orso di soli due mesi, bisognoso di aiuto, è affidato alle cure del veterinario referente della Provincia autonoma di Trento per i grandi carnivori, dopo essere stato recuperato dai Forestali ferito e affamato. Prassi vorrebbe che terminate le cure mediche – fornite cercando di ridurre il più possibile i contatti con l’uomo – si cominciasse l’iter per la reintroduzione in natura. Ciò implica che il cucciolo venga condotto per il tempo necessario al Casteller, struttura originariamente nata proprio per le captivazioni a breve termine, dove l’animale non dovrà avere alcun contatto con esseri umani, suoni, o stimoli che lo porterebbero a diventare un adulto confidente ma abbiamo sentore che Fugatti non permetterà che sia reintrodotto in natura" spiegano gli attivisti della campagna StopCasteller, aggiungendo: "Crediamo che cercherà in ogni modo di fare pressioni su eventuali scelte e valutazioni veterinarie, o forse cercherà di allungare i tempi tanto da rendere il piccolo orso non liberabile perché troppo confidente".

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