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Covid 19

Il Covid accelera nelle Rsa italiane: col nuovo Dpcm limiti all’accesso di parenti e visitatori

Dopo la strage di invisibili che si è consumata tra marzo e aprile scorsi, torna l’incubo contagi nelle Rsa d’Italia con la seconda ondata di Coronavirus. Mentre si moltiplicano i focolai, il governo con il nuovo Dpcm ha deciso di limitare l’accesso a parenti e visitatori ma per Sebastiano Capurso, vicepresidente nazionale di Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) non è abbastanza: “Servono interventi strutturati”.
A cura di Ida Artiaco
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Con la seconda ondata di Coronavirus ripartono i contagi nelle Rsa, le residente per anziani dove già durante i mesi di marzo e aprile scorso si era consumata una vera e propria strage: secondo un'indagine di Panorama sono state ben 10mila le vittime in tutta Italia tra gli ospiti di queste strutture, cifre queste confermate poi dall'Istituto superiore di Sanità. Ed ora l'incubo sembra essere ritornato, con nuovi focolai che si stanno sviluppando da un angolo all'altro della Penisola, nonostante anche l'ultimo Dpcm firmato ieri dal premier Giuseppe Conte contenga delle ulteriori misure per contenere in questi luoghi sensibili la trasmissione del virus.

La mappa dei focolai nelle Rsa d'Italia

Negli ultimi giorni, dunque, da quando in Italia si sta registrando una nuova impennata di casi, si sono moltiplicati i focolai nelle Rsa italiane. Uno dei casi più eclatanti è quello dell’Istituto Povere Figlie della Visitazione di Maria, a Napoli, dove lunedì si contavano una cinquantina di positivi, ma anche la struttura Rosa Libri a Greve in Chianti, in provincia di Firenze, dove sono risultati positivi 39 ospiti su 48 e quattro i morti. Altri cluster sono stati individuati in residenze per anziani a Caresanablot (Vercelli), a Campofilone (Fermo), a Don Orione di Avezzano (L’Aquila) e in diverse province dell’Emilia Romagna, con 45 positivi in due strutture del Modenese. Anche Roma preoccupa: da giorni sono in corso indagini epidemiologiche sui cluster nelle Rsa di Villa Tuscolana e Valle dei Casali. Ma la lista si allunga di ora in ora, dalla Sicilia alla Basilicata fino alla Lombardia. "Governo e Regioni stanno varando provvedimenti per locali, bar, scuole, rileviamo però che manca un provvedimento specifico per le Rsa, che poi sono il fulcro della difesa visto che lì ci sono i soggetti che più rischiano di morire a causa del Covid. Ci aspettavamo degli interventi strutturati e precisi per le Rsa, che invece non ci sono", ha denunciato Sebastiano Capurso, vicepresidente nazionale di Anaste (Associazione Nazionale Strutture Terza Età) ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus. “Se la pandemia si diffonde sul territorio è inevitabile che il virus entri anche all’interno delle Rsa. La soluzione parziale potrebbe essere di fare tamponi periodici al personale, individuando subito eventuali portatori del virus. Questo va strutturato in un progetto complessivo, che individui anche delle riserve che sostituiscono gli operatori che vanno in quarantena".

Cosa prevede il nuovo Dpcm per le Rsa

In realtà, un primo provvedimento per le Rsa è contenuto nel nuovo Dpcm appena firmato dal premier Conte che resterà in vigore fino al prossimo 13 novembre. "È fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto”, si legge nella bozza in cui si specifica anche che "l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (Rsa), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione".

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