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Il carabiniere che ha salvato la donna dal suicidio: “Così ho cercato un appiglio per farla desistere”

Il vicebrigadiere Salvatore Germanà, militare dell’Arma in servizio alla Sezione Radiomobile di Alessandria, ha raccontato a Fanpage.it i momenti di tensione e il salvataggio che lo ha visto protagonista nelle scorse ore quando ha evitato che una ragazza si lanciasse nel vuoto ponte Meier.
A cura di Antonio Palma
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Alla vista di quella ragazza che era coi piedi sospesi nel vuoto sopra il ponte Meier ad Alessandria e minacciava di lanciarsi, non ci ha pensato su due volte e d’istinto l’ha raggiunta, sedendosi accanto a lei e convincendola infine a desistere dall’insano gesto solo con le sue parole. Lui è il vicebrigadiere Salvatore Germanà, militare dell’Arma in servizio alla Sezione Radiomobile di Alessandria  che a Fanpage.it ha raccontato questi momenti di tensione e il salvataggio.

Il vicebrigadiere Salvatore Germanà
Il vicebrigadiere Salvatore Germanà

Brigadiere, cosa è successo questa notte ad Alessandria quando ha salvato la donna sul ponte Meier

Dalla centrale operativa ci hanno inviato per un soccorso a persona sul Ponte Meier ad Alessandria perché una ragazza aveva contattato la madre con una videochiamata e la madre aveva notato che si trovava sul parapetto del ponte e minacciava un gesto estremo. Col collega ci siamo avvicinati con tutte le cautele del caso, senza utilizzare dispositivi sonori dell’autovettura di servizio, anche se la situazione poteva richiederlo vista la necessità. Questo per non spaventare e destabilizzare questa ragazza. Quando ho visto questa donna con i piedi nel vuoto, anche io ho scavalcato la ringhiera di protezione e sono salito su questa passerella e ho raggiunto questa ragazza.

Cosa l’ha spinta a scavalcare e andare verso la donna?

Mi ha spinto semplicemente l’istinto, sono quelle cose non ragionate in quel momento, che fai di impeto e che fortunatamente poi vanno bene. Quello che ho fatto è stato semplicemente cercare di instaurare un dialogo basato sulla fiducia mettendo in mostra anche le mie paure e le mie preoccupazioni. Capite bene che una ragazza che vuole mettere in atto un gesto di questo tipo, magari istintivamente, lanciandosi nel vuoto poteva aggrapparsi a me e di conseguenza io sarei andata giù con lei visto che non ero vincolato a nulla. I rischi ci sono stati ma quello che ho fatto è cercare un dialogo, un appiglio per farla desistere e portarla in salvo.

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In quale momento ha capito di averla convinta a tornare indietro?

L’ho capito nel momento in cui questa ragazza ha detto “mi fido di te”, continuava a dirmi che si fidava solo di me, che non voleva farsi avvicinare da nessuno. Ovviamente abbiamo parlato dei motivi del gesto ma son cose personali che per motivi di privacy non posso riferire. Una volta che ho capito di aver carpito la sua fiducia, è lì che da salvatore mi sono messo nei panni del salvato e mi sono fatto accompagnare verso la passerella, nel senso che lei si è messa davanti e io da dietro sono riuscito a farla avvicinare alla ringhiera dove dopo è stata afferrata anche dai miei colleghi e tratta in salvo.

C’è stato un momento finale in cui vi siete salutati? Cosa le ha detto la donna prima di essere portata in ospedale?

In realtà ho seguito questa ragazza anche dopo il salvataggio, fino al suo ingresso in ospedale, perché lei non voleva farsi avvicinare da nessuno e si fidava solo di me e seguiva solo le indicazioni che le fornivo io. Ovviamente aveva bisogno di un sostengo e di cure ed è stata accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale dove è ancora ricoverata.

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