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I test di medicina saranno aboliti nel 2015. La conferma del ministro Giannini

Lo aveva promesso in campagna elettorale e ora assicura di voler mantenere l’impegno. Ma permangono non pochi dubbi da parte dei rettori l nuovo sistema proposto dalla titolare del Miur.
A cura di Biagio Chiariello
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Nessun passo indietro rispetto a quanto detto mesi fa. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini durante la riunione tenutasi ieri nella quale ha incontrato i rettori per discutere della riforma del sistema di accesso a Medicina, ha ribadito quanto un concetto espresso già alla vigilia delle elezioni europee: i test per l’ingresso a medicina saranno aboliti. La titolare del Miur aveva parlato di eliminarlo per fare posto al modello francese, che prevede iscrizioni aperte a tutti con sbarramento alla fine del primo anno. Ciò vorrebbe dire addio ai quiz, spesso criticati per essere del tutto incongrue con la valutazione delle attitudini e della preparazione degli aspiranti medici.

Test cancellato: le perplessità dei rettori

Tuttavia sono in molti a credere che il cambiamento potrebbe abbattersi in maniera dirompente contro il sistema degli atenei italiani. L’accesso libero a Medicina, infatti, rischia di far letteralmente esplodere il numero degli iscritti al primo anno, prospettiva che inquieta non poco i rettori, i quali non riuscirebbero a fronte – vista la carenza di strutture e personale – a questa marea di immatricolazioni. C’è da dire che l’incontro di ieri è stato di carattere politico, non tecnica, per cui le linee guida sono ancora tutte da definire. La Giannini ha dunque comunicato che sulla questione dell'accesso a Medicina ci sarà un altro confronto con tutti gli interlocutori. "Accesso Medicina, ieri incontro con rettori. Prossimo appuntamento fine settembre. Ci sara' confronto con tutti gli interlocutori”, è il tweet di Miur Social.

Le “nostre obiezioni logistico-numeriche restano in piedi e il ministro ne è perfettamente consapevole” fa sapere Roberto Lagalla, vice presidente della Crui con delega alla Medicina. “Iscriversi all’università – spiega – non è come tentare un test. Quindi il numero di 65.000 andrebbe depurato da chi tenta la sorte senza un’autentica motivazione”. Lagalla preferirebbe quindi una qualche forma di preselezione all’ingresso, così come il rettore di Padova Giuseppe Zaccaria: “Il ministro non vuol sentire parlare di test? Potremmo allora affidare alle scuole il compito di orientare e selezionare i ragazzi che vogliono fare medicina già dal quarto anno delle superiori in modo da fare una prima scrematura”.

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