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backstair / Shalom, la comunità degli orrori

I segreti della comunità Shalom: “Suor Rosalina Ravasio non è una suora, si è dimessa”

Nella terza puntata dell’inchiesta sulla comunità Shalom di Brescia, scopriamo il vero volto della fondatrice e responsabile della struttura che si fa chiamare “suora”, anche se non potrebbe farlo.
A cura di Backstair
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Dietro le violenze denunciate dagli ex ospiti della comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio si staglia la figura della sua fondatrice e responsabile: Suor Rosalina Ravasio. Nella terza puntata dell’inchiesta di Fanpage.it, sulla realtà bresciana, il team investigativo Backstair ha scavato a fondo sui segreti della suora di Palazzolo, che si definisce "suora", anche se, come leggerete in questo articolo, non potrebbe farlo.

La fondatrice di Shalom, al secolo Rosa Ravasio, è nata il 20 aprile 1949 a Calusco d’Adda, un paesino di ottomila abitanti in provincia di Bergamo, distante una quarantina di chilometri da via Raspina 3, dove sorge la comunità Shalom.

La suora idolo dei no vax

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Suor Rosalina ha dimostrato negli anni di avere posizioni spesso conservatrici e in alcuni casi antiscientifiche. In piena pandemia, il suo nome è finito all'attenzione dei media per un discorso in cui metteva in dubbio l'efficacia dei vaccini: “Hanno messo l’obbligo di vaccino oltre i 50 anni, ma io il vaccino non me lo faccio”, dice in dialetto bergamasco. “Non è che sono no vax o sì vax, ma non mi fido di tutte le balle che dicono su questi vaccini”, afferma la suora di fronte a una pioggia di applausi, lanciando una sfida allo Stato: “Qualora io prendessi la multa per non aver fatto il vaccino, non la pago. Se sono obbligata, io chiamo l’avvocato e faccio fare una lettera, perché la provvidenza è molto più grande dello Stato. Da 36 anni viviamo di provvidenza, senza aver preso mezzo centesimo. Quindi faccio fare una lettera: se dovesse succedermi qualcosa, faccio firmare lo Stato – e lo mando al Presidente, al presidente della Camera, al presidente del Senato, a Speranza (ex ministro della Salute, ndr) di m… – chiedo sette milioni di risarcimento. Se dovessi rimanere paralizzata – come è successo a tanti miei volontari, due-tre stanno morendo, hanno fatto le stesse diagnosi e dalla testa al pancreas: tumori, sono cresciuti del 350% – lo Stato deve immediatamente sette milioni alla comunità. Se lo Stato firma, allora io faccio la prima dose, senza fare l’ultima”.

Gli episodi dell’inchiesta

Gli inizi di Rosalina

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Ma come ha fatto suor Rosalina a diventare quella che è oggi? A raccontarci i suoi inizi è proprio lei. Durante il periodo i cui siamo stati infiltrati nella comuità, in occasione di uno dei colloqui avuti direttamente con la responsabile della struttura, la suora si è raccontata: “Io non volevo farmi suora”, risponde quando la giornalista sotto copertura le chiede come è arrivata la vocazione. “Mi piaceva un ragazzo del mio paese, io sono sempre stata una ragazza dell’oratorio. Dopo un rosario all’oratorio, questo ragazzo mi ha portato a casa. Quella sera avevamo deciso di ufficializzare il fidanzamento. Poi quella notte non ho dormito, perché mi immaginavo sposata e pensavo ‘e se mi nasce un bambino disabile? Non posso andare più a fare del bene; e se mio marito si ammala? Non posso più…’ Mi sono svegliata alle 5 e ho detto a mia madre: ‘ho deciso di farmi suora’. E da allora non ho più cambiato idea”.

Come dice Suor Rosalina, a 21 anni si sarebbe consacrata, trovando la sua strada, perché, spiega ancora la responsabile di Shalom, “ci si sposa perché si è carenti di affetto, non perché è la tua strada. Siamo talmente carenti che abbiamo bisogno di qualcuno e si sbaglia strada. Sai quante ragazze a cui ho detto questa cosa sono separate? Qualcuna ha tentato il suicidio. Invece bisogna chiedere ‘Signore, cosa vuoi che io faccia?’. Se tu non sei fatta per un matrimonio, ogni matrimonio fallirà”. A 21 anni Rosalina entra in un ordine, quello delle Orsoline: “Sono molto benestanti. Quando chiedevo di fare delle esperienze con i poveri loro mi hanno sempre detto di no”. A quel punto le parole di Rosalina diventano confuse, per poi riprendere a spiegare che, dopo l’esperienza con le Orsoline, arriva a Palazzolo sull'Oglio: “E così sono venuta qui che c’era una stalla”.

Dentro la comunità lei è Dio

Proprio in questa stalla nelle campagne bresciane la suora inizia a dare forma nel 1986 a quello che sarebbe diventato il suo piccolo regno. “All’inizio qui era una stalla. I miei primi ragazzi erano tutti positivi. Li avevano ghettizzati al massimo. Quando ho aperto la comunità era il boom”. Suor Rosalina racconta di aver iniziato così, da una cascina abbandonata, la sua missione.

Dopo 37 anni, la comunità Shalom si presenta come una struttura enorme. A guidarla c’è ancora lei: Suor Rosalina, che è amatissima fuori dai cancelli della Shalom tra vip e personalità di spicco della società bresciana e non, ma lo è decisamente meno tra chi è passato dentro la comunità e oggi denuncia quello che ha vissuto: “Lei è Dio, in comunità lei è Dio. Lei detta legge, fa il bello e il cattivo tempo”, ci dice una ex ospite. “È una donna alta un metro e sessanta, ma ho visto persone che avevano addosso reati, persone violente, intimorirsi davanti a lei”, ci dice un altro ex ospite. Un altro di loro ci racconta un episodio che, a suo dire, rispecchierebbe la vera natura della suora: "Mi è arrivata una denuncia per diffamazione, perché una volta uscito dalla comunità su Facebook ho scritto di stare attenti alla Shalom. Attenti a come si traveste il diavolo, io non ci credo, però se esistesse si vestirebbe da suora".

Le Piccole Apostole adepte di Suor Rosalina

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Suor Rosalina fuori dalla comunità sembra avere molti ammiratori, ma tante delle persone che siamo riusciti a raggiungere ci hanno messo in guardia sulla sua figura religiosa: "Guardate che non è una suora", ci dice un ospite che ha vissuto accanto alla suora per anni. "Era una suora dell'ordine delle Orsoline, sì, ma poi ha avuto da ridire ed è uscita dall’ordine”, continua.

Indagando sulla vera identità della suora, scopriamo che la congregazione a cui appartiene suor Rosalina è quella delle Piccole Apostole. A far parte di questa congregazione sarebbero le altre consacrate della comunità, ex ospiti di Shalom che avrebbero deciso di dedicarsi alla vita religiosa in comunità: "Sono le adepte di Suor Rosalina, perché lì non si tratta di comunità, ma di setta", ci spiega un'ex ospite. Non c’è traccia online di questa congregazione, ma scavando a fondo scopriamo che le proprietà su cui sorge Shalom sarebbero intestate proprio all’associazione laicale di Suor Rosalina.

Il disordine di Rosalina

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Nessuno sembra conoscerla nelle decine di conventi di suore Orsoline che abbiamo contattato tra Brescia e Bergamo per avere informazioni sulla vera storia religiosa di Rosalina Ravasio. “Non c’è una suora qui che si chiami così”, ci dicono le Orsoline di Brescia; “come suora, noi non abbiamo nessuna qui con quel nome”, ci dicono le Orsoline di Gandino; “Rosalina Ravasio? No, non ci risulta”, affermano le Suore Poverelle di Palazzolo; “non sappiamo dove opera, non sappiamo chi è”, ci dicono dalla curia diocesana di Brescia. A questo punto decidiamo di andare nel convento in cui la giovane Rosalina Ravasio avrebbe preso i voti cinquant'anni fa. Ci accoglie un’amica di vecchia data della responsabile di Shalom: “È arrivata nelle suore Orsoline mi pare nel 1970. Abbiamo fatto il noviziato insieme”.

La suora che incontriamo ci parla anche del carattere della vecchia amica: “Lei non si esprimeva, le sue cose le teneva dentro di sé. Chiusa anche in sé stessa, con un carattere deciso. Con un carattere particolare, molto molto autoritario”. Ci spiega ancora che Rosalina ha sempre vantato conoscenze importanti: “Ha dei sacerdoti che la appoggiano, lo stesso vescovo [omissis], con monsignor [omissis]. Lui l’ha aiutata tanto. Ha conoscenze in alto, in Vaticano. Però non so se il Papa conosce tutti i suoi intrallazzi”. “È stata con noi alcuni anni, ma la sua chiamata non soddisfava quello che avevamo qua, per cui si è dimessa. Lei si fa chiamare suora, però non potrebbe”, chiosa. Eppure la responsabile della comunità di Palazzolo sull’Oglio è così che si fa chiamare e firma i documenti ufficiali, ma quando le si chiede a che ordine appartiene risponde così: “Non devo di certo dirlo a lei. Io appartengo ad un disordine”.

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