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Alluvione Emilia Romagna 2023

“I sacchi basteranno”, Giovanni morto al telefono con la vicina nell’alluvione in Emilia Romagna

Giovanni Pavani, una delle vittime del terribile alluvione in Emilia Romagna è morto annegato al piano terra della sua stessa abitazione a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, che non aveva voluto lasciare.
A cura di Antonio Palma
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“Ho messo i sacchi di sabbia, basteranno” così aveva rassicurato la sua vicina Giovanni Pavani, una delle vittime del terribile alluvione in Emilia Romagna che ha fatto almeno quattordici morti. Il pensionato 75enne è morto annegato al piano terra della sua stessa abitazione a Castel Bolognese, in provincia di Ravenna, che non aveva voluto lasciare.

Pensava di poter resistere all’acqua alta ma non si aspettava che le strade della cittadina in realtà si trasformassero i fiumi in piena che hanno travolto tutti e tutto. "Il fiume è arrivato fino alla piazza, provocando un disastro completo Allagati gli scantinati e i piani terra delle abitazioni. Abbiamo 3.700 famiglie che abitano in centro; tremila hanno la casa danneggiata. Non si è salvato niente" ha dichiarato il Sindaco.

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La cittadina romagnola ora conta i danni ma fa i conti anche con una vittima, il signor Giovanni Pavani, ex operaio di un mobilificio. Come racconta il Corriere della Sera, l’uomo nella notte tra martedì e mercoledì è rimasto al telefono per lungo tempo con una vicina di casa che si era messa al sicuro al primo piano. La donna aveva cercato di convincerlo a salire da lei ma lui credeva di potercela fare fino a quando l’acqua o ha invaso tutto. “L’acqua è entrata e sta salendo, vedo i mobili che girano per casa” avrebbe riferito l’uomo in una delle ultime chiamate. La vicina ha chiamato i soccorsi, gli ha detto di mettersi più in alto possibile ma per lui era ormai troppo tardi. Al telefono non ha più risposto, il 75enne è stato trovato senza vita il giorno dopo.

La cittadina bolognese è stata letteralmente invasa dall’acqua tanto che anche il primo cittadino e alcuni membri del suo staff sono rimasti bloccati nella casa comunale e hanno dovuto attendere per ore l’arrivo dei Marò del Reggimento San Marco per essere portati al sicuro. Un disastro testimoniato dal ritrovamento di pesci morti a chilometri dal fiume straripato. Lo stesso bilancio di vittime però avrebbe potuto essere ancor più grave se il comune non avesse fatto evacuare diverse persone più vicine al fiume prima della piena.

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