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I No Tav continuano la loro protesta in Val di Susa, tensione nella notte

L’autostrada A32 Torino-Bardonecchia è rimasta bloccata fino a stamattina ed è stata teatro di atti di violenza durante la notte. I manifestanti No Tav, contro le operazioni degli espropri, hanno danneggiato la cabina elettrica e la segnaletica.
A cura di Susanna Picone
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L’autostrada A32 Torino-Bardonecchia è rimasta bloccata fino a stamattina ed è stata teatro di atti di violenza durante la notte. I manifestanti No Tav contro le operazioni degli espropri hanno danneggiato la cabina elettrica e la segnaletica.

Da ieri è di nuovo in atto la protesta dei No Tav, non solo nella Val di Susa dove sono stati organizzati nuovi blocchi autostradali per far fronte agli espropri dei terreni, ma anche in altre zone d’Italia, da Palermo dove più volte i manifestanti sono stati caricati dalle forze dell’ordine, alla Calabria dove è stato organizzato un presidio nei pressi di una stazione del cosentino. Diverse città italiane hanno assistito a numerose occupazioni simboliche di strade e ferrovie e flash-mob, segno di solidarietà agli abitanti della Val di Susa. L’autostrada A32 Torino-Bardonecchia, “simbolo” della dura protesta dei No Tav degli ultimi mesi, è stata bloccata nella giornata di ieri e, nel corso della notte, è stata teatro di diverse manifestazioni, anche violente.

Sciolto nella mattinata il presidio sulla A32 – Durante il presidio i manifestanti che si oppongono alla linea ad alta velocità Torino-Lione hanno lanciato alcuni petardi, dato alle fiamme copertoni e masserizie e distruggendo la cartellonistica del tunnel e la segnaletica. E' stata danneggiata anche la cabina elettrica che serve la galleria, poi rimasta al buio. La circolazione è ripresa intorno alle 5.30 di questa mattina all’altezza della galleria del Cels (bloccata nella tarda serata di ieri dai No Tav) mentre per tutta la notte e parte della mattinata alcune centinaia di attivisti hanno continuato a presidiare la A32 all’altezza della galleria di Prapontin, a Bussoleno. I manifestanti del movimento hanno sciolto spontaneamente il presidio intorno alle 9.30 di oggi. Attualmente la polizia e i tecnici della Sitaf, la società che gestisce la tratta autostradale, sono al lavoro per riaprire la strada al traffico.

Marisa Meyer, storica attivista No Tav, si è ammanettata per protesta – La donna, 67 anni, un bastone per aiutarsi a camminare e proprietaria di uno dei terreni da espropriare, si è incatenata alla rete sull’appezzamento di sua proprietà per protestare contro la “pagliacciata” degli espropri: “Questo terreno me l’hanno già portato via 15 giorni fa abusivamente”. Per la 67enne, incitata dagli altri attivisti a resistere nella sua protesta, così come per il leader dei No Tav Alberto Perino, l’operazione degli espropri sarebbe una farsa perché i proprietari dei terreni avevano ricevuto le lettere il 2 marzo ma già il 27 febbraio era stata recintata l’intera area “facendo un disastro”. Dopo circa tre ore la donna ha chiesto di essere liberata. Se il Governo intende dunque continuare con la realizzazione di quest’opera “prioritaria per lo sviluppo”, i No Tav fanno sapere di non voler assistere passivamente alla distruzione dei loro terreni ma di continuare la loro protesta.

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