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Covid 19

I dati di oggi spiegati: il Coronavirus è ovunque in Italia, ma la Campania è il vero problema

Tanti contagi e molto diffusi: sono queste le due cattive notizie dei dati sul Coronavirus in Italia dell’8 ottobre diffusi dal ministero della Salute. Attenzione alta soprattutto in Campania, però. Dove a fronte di pochi tamponi i contagiati sono moltissimi. E dove le terapie intensive si stanno riempiendo a un ritmo preoccupante. Nuove restrizioni all’orizzonte? Può essere.
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Secondo giorno di forte aumento dei casi Covid in Italia. I dati del bollettino di oggi, giovedì 8 ottobre, diramato dal Ministero della Salute, registrano infatti 4.458 contagi (ieri ne erano +3.678), che portano il totale dall'inizio dell'epidemia a quota 338.398. I guariti sono 236.363 (+1.060 nelle ultime 24 ore, ieri erano 1.204) e i morti sono 36.083 (+22, ieri erano 31). Nel nostro paese sono attualmente 65.952 i casi positivi (+3.376): di questi sono 3.925 i pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, mentre sono 358 quelli in terapia intensiva. La Regione con più casi positivi nelle ultime 24 ore è Campania, seguita dalla Lombardia e dal Veneto. Complessivamente i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati 128.098, per un totale dall’inizio dell’epidemia di 12.197.900.

"Sono dati davvero brutti. E sono brutti perché sono tanti rispetto anche al record di tamponi, e perché sono diffusi”. Giovanni Forti, 26 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “In 83 province italiane su 108 – spiega Forti a Fanpage.it – ci sono almeno dieci casi. Questo vuol dire che il Coronavirus, allo stato attuale è ovunque. Certo, ci sono province più in crisi e province in cui si contiene. Ma il dato preoccupante è ovunque”.

A marzo e aprile non era così?
No, non era così. Anche perché grazie al lockdown il Sud è stato di fatto risparmiato, con contagi contenuti. L'omogeneità è la grande novità di questa seconda ondata.

La Campania, ahinoi, è la seconda grande novità…
In particolare la provincia di Napoli, ma non solo. I 757 casi campani, di cui 448 a Napoli, comunque ci indicano una forte diffusione territoriale. Anche Caserta oggi ha un aumento sopra i 100 casi. Il dato campano è due volte preoccupante, poi: per la consistenza numerica molto alta e per un numero di tamponi e casi testati molto basso. Il rapporto tra nuovi casi e casi testati, nell'ultima settimana, è pari all'8,8%. Un numero enorme: vuol dire che quasi un tampone diagnostico su dieci dà esito positivo. La scorsa settimana, tanto per dare un termine di paragone, questo rapporto era pari al 5,6%. In una sola settimana, l'aumento è stato molto significativo. E la cosa preoccupante è che il numero dei tamponi rimane pressoché invariato, mentre siamo passati da 290 a 476 casi medi.

Problema numero tre: la Campania è anche prima in Italia per persone ricoverate in terapia intensiva…
Settimana scorsa erano meno di 40 persone, oggi sono 55. Allo stato attuale la capienza massima è molto vicina, pari a circa 92 posti. In realtà, a quanto è stato detto dalla Regione, la Campania potrebbe allestire rapidamente altri 200 posti di terapia intensiva e altrettanti di sub-intensiva. E comunque, durante il lockdown, il picco massimo eravamo arrivati a 181.

Il problema è che l'aumento sembra molto veloce. Siamo nell'orizzonte di una crescita esponenziale?
Stiamo crescendo un po' a scaloni, in realtà. Questa settimana abbiamo fatto il 60% dei casi in più rispetto alla scorsa settimana. La settimana scorsa la media mobile dei casi era pari a 1869, questa settimana siamo a 2998. Per come è andata nelle ultime settimane, possiamo pensare che questa crescita possa aumentare a un ritmo variabile – qualche settimana più veloce, qualche settimana più lento -, ma di certo non rallenta.

A essere bassa, molto più che in primavera, è la mortalità. Come te lo spieghi?
Questa intanto continua a essere una buona notizia. L'altra buona notizia, ce lo dicono i report dell'Iss, è che l'età media della mortalità si sta alzando, e questo vuol dire che stiamo riconoscendo i casi più gravi prima di quanto accadesse la scorsa primavera. Questo fa sperare che l'aumento, per quanto ci sarà, sarà più contenuto possibile.

Stiamo seguendo, in ritardo, la stessa traiettoria di Spagna, Francia e Regno Unito?
È difficile dire se siamo o meno sulla traiettoria di Spagna, Francia e Regno Unito. Intanto perché la loro crescita è figlia di un periodo diverso, legato a un forte aumento dei test di tutte le persone che andavano in vacanza. La nostra crescita di questa settimana, assomiglia alla traiettoria di Francia e Regno Unito, che oggi fanno segnare 18mila e 17mila casi rispettivamente. Per fortuna, in Spagna sembra che ci sia un lieve calo, dopo le misure di chiusura di Madrid. Ma per l'appunto lì il grande focolaio era uno solo.

Da noi, a quanto pare, il fuoco è ovunque…
Questa è sia una buona sia una cattiva notizia. Buona, perché la diffusione in un unico posto mette molto sotto stress il sistema sanitario locale. Cattiva, perché quando hai un focolaio solo, seppure grande, è più facile contenerlo e isolarlo.

A bruciapelo: ti aspetti nuovi lockdown nelle prossime settimane?
Nelle prossime settimane credo di no. Da novembre in poi è possibile che qualche misura più restrittiva sarà necessaria.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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