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I commercianti di Piazza San Marco: “Mose inutile per noi se si alza solo a 130 cm di marea”

Maltempo a Venezia, Piazza San Marco è stata la zona più colpita dalle devastazioni dovute agli allagamenti della giornata di ieri 8 dicembre. I commercianti chiedono un abbassamento del limite per l’attivazione del Mose: da 130 cm di acqua alta a 110. A Fanpage.it, Claudio Vernier, presidente dell’Associazione Piazza San Marco, racconta cosa vuol dire essere un commerciante a Venezia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Claudio Vernier (da Facebook)
Claudio Vernier (da Facebook)

Piazza San Marco è la zona di Venezia più colpita dalle devastazioni causate dall'acqua alta della giornata di ieri. Per questo motivo i negozianti chiedono un abbassamento del limite previsto per l'attivazione delle barriere: da 130 cm di acqua alta a 110. Non si tratta solo di una questione geografica (Piazza San Marco è infatti la parte più bassa della città), ma soprattutto di una questione economica: i negozi, completamente allagati, vengono dalla crisi nera dovuta alle restrizioni anti-Covid e al calo del turismo che ha interessato in maniera particolare Venezia.

"Il limite di 130 è stato stabilito durante il primo anno di sperimentazione del Mose – spiega a Fanpage.it Claudio Vernier, Presidente dell'Associazione Piazza San Marco – ed è evidente che giocare su una forchetta di 130 centimetri legata a previsioni meteo variabili è un rischio molto alto, soprattutto in un momento in cui tutto il Veneto è sotto la pressione del maltempo". Secondo Vernier, quanto accaduto ieri è stato un vero e proprio azzardo sulla pelle dei cittadini. "Piazza San Marco è il primo luogo ad allagarsi. Parliamo in questo caso di danni enormi, soprattutto a livello morale – spiega ancora il Presidente dell'Associazione dei commercianti veneziani -. Siamo in ginocchio dal 12 novembre dell'anno scorso e la crisi dovuta alla pandemia ha ulteriormente peggiorato la situazione. Venezia vive di una monocultura turistica. Senza i visitatori dall'estero, la nostra economia subisce uno stop che non può essere impedito dai residenti che sono comunque troppo pochi. Questa è quasi una città fantasma". I turisti stranieri, infatti, rappresentano il 70% del commercio cittadino.

Piazza San Marco, il Mose e "L'Acqua Granda" del 2019

Secondo Vernier, infatti, i commercianti veneziani soffrono dalla notte dell'acqua granda del 2019. Si tratta infatti della seconda marea più elevata di sempre per la città. Venezia era stata sommersa da un'acqua alta di 187 centimetri: abitazioni, bar, negozi ed edifici storici furono semisommersi e danneggiati in maniera importante. Le immagini del disastro fecero il giro del mondo e riportarono con forza l'attenzione dell'opinione pubblica sulla fragilità di Venezia e sulla necessità di accelerare i lavori sul Mose. Chi abita la città, però, sa che i limiti per l'innalzamento delle barriere andrebbero calibrati anche in base alle peculiarità delle zone. "Piazza San Marco è il punto più basso di Venezia – racconta Vernier – questo vuol dire che abbiamo problemi di allagamento già con 65 cm di acqua alta. Un evento come quello di ieri significa che la totalità delle attività è praticamente sommersa e che avverrà ancora di frequente visto che i limiti prefissati per le barriere sono molto più elevati di quelli che Piazza San Marco può sopportare".

I commercianti veneziani spiegano che più del fenomeno di maltempo straordinario e più della crisi fisiologica dovuta alle restrizioni anti-Covid, quello che fa rabbia è che il nuovo disastro dopo l'acqua granda del 2019 era assolutamente evitabile grazie alle barriere. "Tutte le città d'arte soffrono questo momento, eppure Venezia parte svantaggiata. Eravamo già in ginocchio da un anno, poi c'è stata l'epidemia. Adesso che non abbiamo quasi più clienti, l'allagamento ci restituisce altri danni ai quali fare fronte. Ovviamente non sarà facile, vista la mancanza di turisti in città. Non possiamo riformulare la nostra economia anche sui residenti se non pensiamo ad un piano efficace per evitare le inondazioni. Le autorità possono capirlo, eppure sembra ci abbiano abbandonato".

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