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“I bambini vanno picchiati. Si educa con le mani”: arrestato per maltrattamenti in famiglia

Un uomo di 34 anni è stato posto agli arresti domiciliari per aver picchiato più volte la compagna e i due figli di 3 e 8 anni. “L’educazione si insegna con gli schiaffi” diceva delle violenze che impartiva ai bambini. Il 34enne siciliano è stato arrestato per violenza sessuale aggravata nei confronti della moglie e maltrattamenti in famiglia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"I bambini si devono picchiare: è giusto, crescono meglio. Vanno educati così". Per un 34enne di Catania la violenza domestica era "educazione": è stato indagato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e violenza sessuale aggravata. L'uomo è attualmente agli arresti domiciliari, presso un'altra abitazione rispetto a quella familiare nella quale esercitava il suo regno del terrore. Le violenze erano ai danni della moglie 32enne e dei figli di 3 e 8 anni. La coppia aveva iniziato la convivenza nel 2012 a casa dei genitori di lui, ma dopo sei mesi la 32enne aveva abitato quella casa a causa delle pressioni del compagno e di sua madre. "Adesso sei da noi, dimenticati di tua madre" diceva spesso il 34enne alla moglie. I due avevano poi ripreso la convivenza in un'altra abitazione in affitto ma qui si era scatenata completamente la sua indole prevaricatoria. Lui l'aveva messa a lavorare nel suo negozio di acconciature: non la retribuiva in alcun modo e neppure le permetteva di tenere quelle piccole somme guadagnate con lavori realizzati a domicilio da parenti e amiche. Tutto il denaro gli andava consegnato, mentre i figli e la donna vivevano in ristrettezze economiche.

Aveva picchiato la sua compagna in più occasioni davanti ai figli di 8 e 3 anni. Quando il maggiore aveva provato a difenderla, era stato picchiato allo stesso modo. Il più piccolo di 3 anni era allo stesso modo oggetto di percosse: una volta era stato sbattuto al muro dal padre perché aveva giocato sul letto. "I bambini vanno educati con le mani" aveva detto. Ed era proprio quello che pensava, viste le percosse che ogni giorno impartiva ai due bimbi. La donna, per provvedere a loro, chiedeva il denaro al padre che riceveva una pensione di soli 600 euro. Il tutto di nascosto dal marito, che continuava a insultarla tutte le volte che capiva le interferenze dell'anziano per provvedere ai nipoti. "Ammazzo tuo padre e abuso di tua madre" aveva detto durante diverse litigate. Quando tornava a casa era solito contare i soldi, per verificare le spese della compagna. Quando si rendeva conto di nuove compere, si arrabbiava e aggrediva i familiari. L'orrore non finiva però lì e si estendeva fino alla camera da letto, dove la donna veniva costretta ad avere rapporti sessuali violenti poiché aveva deciso di non concedersi più al marito violento. Lei subiva in silenzio per non turbare i figli, completamente immobile nonostante fosse contraria. Giunta al colmo lo aveva denunciato lo scorso 30 dicembre quando aveva consegnato la somma di 50 euro guadagnata con il suo lavoro di parrucchiera a casa della zia. Lui si è arrabbiato, sostenendo che avrebbe dovuto portare a casa 60 euro. "Ne mancano dieci, dove sono?". La vittima li aveva spesi per comprare due magliette per i figli e, dopo aver spiegato la spesa fatta, era stata picchiata. Il figlio maggiore, anche in quell'occasione, gli aveva implorato di smetterla.

I vicini avevano allarmato le forze dell'ordine dopo aver udito le grida e così l'uomo aveva abbandonato la casa familiare. In seguito, però, ogni visita per incontrare i figli si tramutava in botte alla presenza dei piccoli. I due minori sono così provati da aver chiesto più volte agli agenti di non far tornare quell'uomo nella loro abitazione. "Ora che papà non c'è posso dormire tranquillo – ha confessato il bimbo di 8 anni -. Non può più picchiare mio fratello e non deve più tornare qui".

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