“Ho raccolto su Facebook 500mila euro per salvare l’ultimo mulino a pietra della Calabria”

La sfida di Stefano Caccavari, ventisettenne di San Floro (Catanzaro), è iniziata lo scorso febbraio quando il giovane ha saputo che l’ultimo mulino a pietra naturale della sua Calabria rischiava di chiudere. Ha perciò cercato un modo per evitarlo e così salvare la tradizione della sua terra, quella che un tempo veniva chiamata la Valle dei Mulini. Quindi Stefano, da studente di Economia aziendale e appassionato di informatica, ha pensato di avviare una raccolta fondi su Facebook. Un crowdfunding al di fuori delle tradizionali piattaforme che ha avuto una risposta immediata: nel giro di 48 ore erano già arrivati 70000 euro e in meno di tre mesi le cifre si sono moltiplicate fino al traguardo di 500.000 euro. I soci del progetto, che ha preso il nome di “Mulinum”, nel frattempo sono diventati in tutto 100. E così Stefano Caccavari non si è limitato a salvare l’ultimo mulino, ma ha creato una società per recuperare anche la filiera dei grani antichi calabresi. Con “Mulinum” vuole rilanciare il proprio territorio a partire dall’agricoltura, dai prodotti a chilometro zero e dalle lavorazioni di una volta.
L’idea e il progetto di Stefano Caccavari – “A San Floro anni fa c’erano nove mulini – ha raccontato il ventisettenne, famoso nella sua terra anche per altri progetti, a ilfattoquotidiano.it –. Era così in tutta Italia, ma con l’arrivo dei mulini moderni a cilindri, quelli a pietra vennero smontati e dismessi”. Le conseguenze di questo passaggio hanno portato alla dismissione anche delle coltivazioni di grano locale, perché i contadini, invece di produrre la farina in proprio, hanno cominciato a vendere ai mulini industriali, che mescolano il grano ad altri grani prodotti altrove. Il giovane calabrese ha raccontato che i soldi per salvare il mulino sono arrivati da tutto il mondo – anche da Pechino e New York – e ha spiegato che la sua missione è quella di difendere la sua terra “producendo il migliore cibo del mondo”. Il “mulino social” sarà un edificio biosostenibile con macine in pietra naturale e una ruota idraulica, come quelli che si usavano in passato. Per chi lo desidera è disponibile anche la “Mulinum card”, che permetterà di prenotare e ricevere farina prodotta a San Floro. “Noi vogliamo invece produrre cibo naturale, crediamo nella qualità. Vogliamo fare rinascere la nostra terra”, ha raccontato ancora al fattoquotidiano.it. Anche per questo il Mulino di San Floro cerca 100 agricoltori che lo riforniscano di grano antico bio.