“Ho 40 ovuli di cocaina nel mio corpo”: come funzionava il cartello dei pusher nigeriani dall’Olanda all’Italia

L'operazione Marshall della Direzione distrettuale antimafia di Venezia e dei carabinieri hanno smantellato un'organizzazione criminale nigeriana attiva nel traffico di droga dall'Olanda all'Italia. In manette sono finite 20 persone di età compresa tra i 25 e i 57 anni. Tutto era gestito nei minimi dettagli: la droga veniva rifornita nei Paesi Bassi dal leader del cartello che nelle chat veniva chiamato "Big-Bro" e la cui identità è ancora sconosciuta. La droga veniva divisa in ovuli e ingerita da quelli definiti come i corrieri ovulatori che portano la merce mettendo a rischio la loro salute raggiungendo l'Italia passando per il confine con la Francia. Gli ovuli vengono quindi espulsi dal corpo e la cocaina venduta nelle piazza di spaccio di Veneto e la Lombardia. Ecco nel dettaglio come gli inquirenti hanno spiegato rotte e metodi del cartello nigeriano.
Come funzionava lo spaccio di droga del cartello nigeriano
Figura centrale del traffico di droga sono proprio questi corrieri. Gli investigatori hanno definito i corrieri ovulatori "soggetti che svolgono professionalmente e da tempo l'attività. Possiedono dunque una esperienza tale da consentire di adottare anche rimedi diretti a non pregiudicare la loro incolumità nel trasporto degli ovuli, tant'è che hanno ingerito elevati quantità di ovuli". Nelle varie intercettazioni infatti si sente un corriere vantarsi di riuscire a mettere in bocca fino a 30 ovuli. Un altro indagato invece con i "colleghi" era orgoglioso di dire che riusciva a mettere in bocca 10 grammi di droga.
Nelle intercettazioni degli investigatori si sentono alcune conversazioni tra corrieri ovulatori e gli spacciatori in Italia. Si sentono frasi come: "Le hai messe dentro al tuo corpo e le hai portate a casa. Dobbiamo vedere come le dobbiamo lavare". E ancora: "Quella volta che ne ho tirate fuori 40 il mio corpo era caldo".
A gestire i corrieri è una attività di intermediari. Un'altra figura di rilievo in questo cartello della droga sono i "cavalli", ovvero chi riceveva la fornitura dagli intermediari e si occupavano di rimetterla nel mercato della droga. Caratteristica principale di questo sistema piramidale è: "Il carattere stabile dell'approvvigionamento da parte di un unico fornitore situato all'estero da cui proviene la sostanza stupefacente, per l'appunto BIG -BRO, che poi a cascata viene rifornita ai sodali per lo spaccio a dettaglio nelle varie piazze dello spaccio (principalmente in Vicenza in piazza Campo Marzio); e la ripetitività delle condotte come evidenziato dalla durata delle intercettazioni, può dunque escludersi che si tratti di collaborazioni episodiche ed isolate".
Inoltre la gestione dell'organizzazione criminale aveva una continuità: quando qualche corriere e mediatore veniva arrestato subito veniva rimpiazzato. Come nel caso di Benin, una donna che è diventata poi centrale nel traffico di droga in Italia.
Come erano scattate le indagini
A far scattare le indagini è stata la testimonianza di una persona che nel settembre del 2023 si era presentata dai carabinieri. Si sarebbe insospettita di quello che accadeva in alcuni appartamenti nel quartiere San Pio X a Vicenza. Era stata lei a spiegare che nell'appartamento c'erano dei nigeriani che portavano ovuli di droga da varie parti d'Europa, ovvero Francia, Spagna e Olanda: questi "ingerivano nel corpo la droga e poi espellevano defecando (per questo dovevano bere molta latte e permanere in bagno due giorni)".
Le indagini hanno scoperto poi che in zona c'era anche una donna che gestiva un'attività di prostituzione: ogni ragazza che "avesse voluto lavorare negli appartamenti doveva versare una somma di 20 euro per poter utilizzare i locali per avere rapporti sessuali a pagamento". Telecamere istallate, pedinamenti e mesi e mesi di indagini hanno permesso ai carabinieri di smantellare il cartello nigeriano attivo nel traffico di droga soprattutto a Vicenza e in alcune zone della Lombardia.