927 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Hai una sigaretta?”, “No”, violinista selvaggiamente aggredito dal branco a Torino

Raul Rao, studente del conservatorio Giuseppe Verdi, che suona in alcuni locali del centro, ha vissuto un vero e proprio incubo tra sabato e domenica. Solo per una sigaretta negata, sono arrivati a massacrarlo di botte in 15. “Ho lividi ed escoriazioni dappertutto. L’altro giorno faticavo ad alzarmi dal letto”
A cura di Biagio Chiariello
927 CONDIVISIONI
immagine di repertorio
immagine di repertorio

Aggredito dal branco a Torino per un sigaretta. Il violinista Raul Rao, 25 anni, venezuelano trasferitosi all'ombra della Mole Antonelliana, è stato massacrato di botte tra sabato e domenica all’uscita da un locale in via Po, nel cuore del centro del capoluogo piemontese. “Sono le 3.30 quando si sente chiedere: "Hai una sigaretta? Hai una sigaretta? Dico a te". Lo studente del conservatorio Giuseppe Verdi, che suona spesso in alcuni locali di Torino, in quel momento sta tornando a casa. Ha la sfortuna di incontrare sulla propria strada un gruppo di una quindicina di persone.

“Ragazzi e ragazze che avranno avuto tra i 20 e i 25 anni” racconta lui stesso a La Stampa. Uno di loro lo avvicina e gli chiede da fumare. “Non ho niente, mi dispiace” risponde il 25enne. Continua a camminare. Ma l’altro giovane lo segue. Cerca di stare al passo. “Ha continuato a chiedermi una sigaretta. Ha ripetuto la domanda tre volte. Gli ho risposto che non potevo aiutarlo. Lui si è messo a urlare e mi ha colpito con un calcio alla schiena”. A quel punto anche gli altri si accaniscono contro Raul. Lo colpiscono alla testa, al petto, alle gambe, all’inguine.

Un pestaggio selvaggio e bestiale: "Sembravano divertiti". Uno dei balordi apre lo zaino e tira fuori un manganello telescopico. "Me l’ha tirato in testa, procurandomi una ferita alla tempia". Fortunatamente il musicista riesce a divincolarsi e a fuggire a casa di un amico. Poi le cure all’ospedale Mauriziano. “Ho lividi ed escoriazioni dappertutto. L’altro giorno faticavo ad alzarmi dal letto”.

Il suo maestro di musica lo convince a fare denuncia alla polizia. Tanti i messaggi di solidarietà ricevuti dal giovane in questi giorni: “Mi ha chiamato anche il direttore del Conservatorio. Messaggi che non mi hanno fatto perdere fiducia in Torino. Dopo questo episodio, sono stato male. Ma Torino, ormai da due anni, è la mia città”.

927 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views