Gli attivisti della Freedom Flotilla tornati in Italia: “Buttati sul cemento, ammanettati e bendati”

“Quello che è accaduto a noi è infinitesimale rispetto a quello che accade a Gaza”, ha detto uno degli attivisti italiani della Freedom Flotilla rientrato in Italia dopo essere stato espulso da Israele. Gli arrivi a Roma e Torino tra applausi e bandiere della Palestina.
A cura di Susanna Picone
5.408 CONDIVISIONI
Gli attivisti della Freedom Flotilla rientrati a Roma
Gli attivisti della Freedom Flotilla rientrati a Roma

Sono rientrati in Italia alcuni degli attivisti italiani bloccati da Israele mentre erano a bordo delle navi della Freedom Flotilla Coalition, il secondo gruppo di imbarcazioni che nei giorni scorsi ha tentato di violare il blocco israeliano a Gaza per portare aiuti umanitari.

Tre attivisti sono arrivati nel pomeriggio di ieri a Roma con un volo della Turkish Airlines partito da Istanbul: sono Elisabeth Di Luca, 40enne educatrice in emergenza originaria del messinese, Stefano Argenio, infermiere di 42 anni, e Lorenzo Mollicone, 26enne inviato del mensile Scomodo. Gli attivisti stati accolti dagli applausi di decine di persone che li aspettavano in aeroporto, con bandiere e al grido di "Palestina libera".

Immagine

Altri tre attivisti della FlotillaClaudio Giuseppe Torrero, Riccardo Corradini e Francesco Prinetti – sono arrivati a Torino. "Siamo felici di essere qua. Gli israeliani ci hanno trattati peggio di come si immagina, c'è una crudeltà sottile: in Israele sta avvenendo qualcosa che fa molto pensare a brutte cose del passato, fa pensare sta avvenendo una trasformazione mostruosa, lo abbiamo percepito chiaramente", le parole di uno di loro.

Immagine

I tre hanno raccontato di essere stati "buttati sul cemento in ginocchio, ammanettati e bendati tanto stretti da fare male" e poi, "portati in una specie di campo di concentramento e messi per terra dentro una gabbia". "Ci deridevano, ci insultavano, gridavano che l'Italia fa schifo e Israele è grande".

E ancora, altri racconti in linea con quelli degli attivisti della Global Sumud Flotilla bloccati prima di loro: "La notte venivano quelle cinque o sei volte in assetto antisommossa accendendo le luci, armati fino ai denti. L'umanità non sembra fare parte delle carceri di massima sicurezza israeliane".

Gli attivisti rientrati a Torino
Gli attivisti rientrati a Torino

"Siamo stati sequestrati per più di 12 ore all'interno della nostra nave, scesi dall'imbarcazione sono iniziati i soprusi, siamo stati umiliati e siamo rimasti inginocchiati per più di un'ora, ammanettati senza motivo", il racconto di Stefano Argenio, che però pone l'attenzione sulla missione della Flotilla. "Quello che è accaduto a noi – ha detto davanti alle telecamere – è infinitesimale rispetto a quello che accade a Gaza. Lo scopo della nostra missione era quello di aprire un corridoio umanitario permanente, toccare le sponde di Gaza e dare un aiuto fattivo ai nostri colleghi sanitari che sono li a lavorare da due anni a questa parte".

5.408 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views