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Guerra in Ucraina

Gli americani hanno dato all’Ucraina cannoni incompleti e imprecisi: il prof Breccia spiega perché

Il professor Gastone Breccia, storico ed esperto di teoria militare: “Gli obici statunitensi sono stati forniti senza il sistema di controllo del tiro a guida Gps: ciò non significa che i cannoni non possano sparare, ma che la loro precisione è inferiore. Temono che cadano in mani russe”.
Intervista a Professor Gastone Breccia
Storico ed esperto di teoria militare.
A cura di Davide Falcioni
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Un obice M777 incompleto del sistema a guida Gps
Un obice M777 incompleto del sistema a guida Gps
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In una guerra come quella in corso in Ucraina un ruolo determinante è quello giocato del tempo. Dopo aver subito importanti sconfitte nei primi due mesi, i russi da settimane avanzano lentamente – ma inesorabilmente – nel Donbass. Merito della disponibilità di pezzi d'artiglieria che, invece, a Kiev sono arrivati con il contagocce da parte degli alleati occidentali. C'è poi un altro aspetto da considerare: l'impiego di tali armamenti richiede un addestramento specifico di almeno 2/3 settimane, tempo che naturalmente Mosca utilizzerò a suo vantaggio per continuare a conquistare pezzi di territorio ucraino. Se l'obiettivo dell'Italia, come detto più volte, è quello di sostenere anche militarmente l'Ucraina sarà necessario prendere rapidamente delle decisioni. Martedì prossimo, 21 giugno, il Presidente del Consiglio Mario Draghi tornerà in Parlamento, leggerà le sue comunicazioni sulla guerra in vista del Consiglio europeo e alla maggioranza che lo sostiene di votare una risoluzione comune sull'invio di materiale bellico a Kiev. Ma di quali armi c'è più bisogno? L'abbiamo domandato al professor Gastone Breccia, storico ed esperto di teoria militare.

Il professor Gastone Breccia
Il professor Gastone Breccia

Il 21 giugno in Parlamento verrà votato un nuovo eventuale invio di armi all’Ucraina. Lei è favorevole o contrario?

Sono favorevole. Ritengo che l'unico modo per giungere alla pace sia fermare i russi, non credo ci siano altri modi. D'altro canto chi, al loro posto, si fermerebbe se potesse arrivare indisturbato fino a Dnipro e occupare la metà dell'Ucraina?

Quali armamenti servirebbero a Kiev? Secondo il generale Camporini missili, secondo Tricarico sistemi d'intelligence.

Per gli ucraini è essenziale riuscire a contrastare l'artiglieria russa. I sistemi ISTAR suggeriti dal generale Tricarico sarebbero molto importanti perché permetterebbero alle truppe di Kiev di individuare immediatamente i colpi in partenza dell'artiglieria nemica. Sembra incredibile, ma mentre il proiettile è ancora in volo – nei 30/40 secondi che impiega a coprire la distanza tra la postazione russa e il target individuato – il radar riesce a individuare il colpo e dare ordine all'artiglieria di intervenire in controbatteria. Ricordo che sul campo più che l'aviazione russa – che finora non ha avuto un ruolo decisivo – è l'artiglieria che sta lentamente smantellando le difese ucraine. L'unico modo per contrastarla è dotarsi di altra artiglieria, meglio se guidata dai sistemi ISTAR.

Cos'altro serve agli ucraini?

Sono stati consegnati una novantina di obici M777, armi statunitensi da 155 millimetri molto moderne. Sono stati anche inviati gli Fh-70 italiani, anch'essi da 155 millimetri: rappresentano il contributo più significativo dato finora dal nostro Paese in termini di armamenti. Servirebbero anche altri sistemi di lancio multipli HIMARS statunitensi. Sono queste le armi di cui gli ucraini hanno grande bisogno, ma al momento stanno arrivando con il contagocce.

Un sistema di lancio multiplo HIMARS.
Un sistema di lancio multiplo HIMARS.

Qual è la precisione di questi pezzi d'artiglieria?

Bella domanda. Da alcune foto arrivate dal campo di battaglia si nota che gli obici statunitensi sono stati forniti senza il sistema di controllo del tiro a guida Gps: ciò non significa che i cannoni non possano sparare, ma che la loro precisione è nettamente inferiore.

Perché non è stato incluso il Gps?

Probabilmente gli americani temono che questi sistemi così moderni possano cadere in mani russe. Un'altra spiegazione è che per l'uso dei sistemi di controllo Gps occorre un addestramento specifico, e che la formazione sia in corso in queste settimane nelle retrovie. Nel frattempo, quindi, sono stati schierati cannoni più "rudimentali" e imprecisi.

Le armi d’artiglieria necessitano di specifico addestramento. Gli ucraini hanno il tempo necessario per imparare?

Questo è un punto fondamentale. C'è poco tempo e gli ucraini schierati sul terreno devono per forza guadagnarne affinché i loro compagni possano addestrarsi nelle retrovie. Probabilmente la necessità di guadagnare tempo è anche la spiegazione per cui gli ucraini stanno difendendo palmo a palmo Severodonetsk, città che dal punto di vista strategico non ha alcun significato, ma la cui difesa serve a rallentare l'avanzata russa. Le due/tre settimane che abbiamo davanti saranno fondamentali per consentire all'Occidente di inviare armi e agli ucraini a imparare a utilizzarle e schierarle nelle vicinanze del fronte. Quella in atto è una vera lotta contro il tempo.

Un obice italiano FH-70
Un obice italiano FH-70

Nei giorni Zelensky ha detto che l'Occidente finora ha inviato solo il 10% delle armi promesse. Perché? 

L'attenzione per la guerra sta chiaramente diminuendo. Credo che la battaglia di Severodonetsk per gli ucraini abbia anche questo significato: mostrare che il conflitto è ancora in corso, che si sta combattendo una battaglia disperata e che gli ucraini stanno difendendo il loro territorio metro per metro al costo di enormi sacrifici.

Kiev ha dichiarato che vengono uccisi tra i 100 e i 200 soldati al giorno, ai quali vanno aggiunti feriti, dispersi e prigionieri. Quanto a lungo può resistere, con tali perdite?

I morti sono molti, ma se si calcolano anche le altre perdite come feriti, dispersi e prigionieri si arriva facilmente a 500 al giorno, oltre 10mila al mese. Sono numeri importanti, ma ben lontani da quelli – ad esempio – della Seconda Guerra Mondiale. Gli ucraini dispongono di un numero sufficiente di uomini e donne da mandare al fronte per contrastare i russi, soprattutto se si considera che ai militari vanno aggiunti i civili volontari. C'è però un problema di addestramento: dall'Occidente stanno arrivando armi che gli ucraini non conoscono, con munizionamento e pezzi di ricambio diversi da quelli a loro già noti. La formazione dei soldati, quindi, è fondamentale e richiede settimane. Torniamo sempre allo stesso punto: è una lotta contro il tempo.

Secondo il capo dell’Interpol almeno una parte del materiale bellico spedito all’Ucraina finirà nel mercato nero gestito dalla criminalità organizzata ed alimenterà un florido commercio di armi. Vede anche lei questo pericolo? 

Ho letto anche io questa notizia ma credo che si tratti di un allarme eccessivo e in buona parte ingiustificato, almeno in questa fase della guerra. Non mi intendo di traffico internazionale di armi, ma credo che in un Paese che – come l'Ucraina – sta lottando per la sopravvivenza sia stato previsto un controllo delle armi da parte dello Stato, cioè delle forze armate. Quello del traffico di armi però è un problema serio in prospettiva futura: se tra qualche mese ci sarà un cessate il fuco avremo un Paese con una forte corruzione pieno di armi, molte delle quali potrebbero essere vendute sul mercato nero.

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