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Gkn chiude, 422 licenziati email. “Io e mio marito mandati a casa, cosa daremo ai nostri figli?”

Prima notte in fabbrica per gli operai dello stabilimento di Campi Bisenzio alle porte di Firenze. Venerdì hanno saputo di non avere più un lavoro leggendo un messaggio nella chat: “La nostra vita è stata sconvolta, in così poco tempo”. I sindacati parlano di “comportamento vigliacco” dell’azienda e chiedono l’intervento del governo.
A cura di Biagio Chiariello
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Gli ormai ex operai della Gkn di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, hanno trascorso la prima notte in fabbrica. Venerdì mattina hanno scoperto di essere stati licenziati, venerdì mattina, leggendo la chat degli operai. Sono in 422. L'azienda dell’automotive cha comunicato loro la decisione con una notifica via posta elettronica. Una modalità che ha lasciato tutti attoniti, scatenando la bufera politico-sindacale, con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha parlato di modalità che "non possono essere accettate e su cui bisogna trovare tutti gli elementi per scongiurarle".

Perché Gkn ha licenziato i propri dipendenti

Gkn dal canto suo ha fatto sapere che le previsioni di fatturato dello stabilimento di Campi Bisenzio per il 2025 si attestano a circa 71 milioni di euro, importo inferiore di circa il 48% rispetto ai livelli di fatturato del 2019, prima della pandemia. Un trend fortemente negativo che ha mostrato un carattere strutturale e irreversibile, ha sostenuto la multinazionale inglese di proprietà di un fondo statunitense, per cui la struttura organizzativa del gruppo appare "non più sostenibile" e la chiusura del sito produttivo di Campi Bisenzio e gli esuberi sono ritenuti strutturali, senza cioè sussistere le condizioni per ricorrere agli ammortizzatori sociali.

Sindacati sul piede di guerra

La Fim cha parlato di "un comportamento vigliacco, senza rispetto per le persone e per il territorio", mentre il segretario generale di Cisl, Luigi Sbarra, e della Fim Cisl, Roberto Benaglia, hanno chiesto al governo "di intervenire attivando subito a Palazzo Chigi il tavolo di monitoraggio sulle crisi aziendali previsto dall'accordo del 29 giugno, richiamando le aziende al rispetto di tutte le procedure a garanzia dell'occupazione, della dignità del lavoro e della persona".

La disperazione degli operai

Tra i dipendenti licenziati c'è Silvia, 47 anni; ha perso il lavoro con il marito. "È un dramma, c’è poco da dire. Anche mio marito lavora alla Gkn, abbiamo due figlie. La nostra vita è stata sconvolta, in così poco tempo. Da un messaggio inviato via whatsapp dai sindacati che ci diceva, in pratica: non abbiamo più bisogno di voi, andate pure a casa. Ma come si può accettare tutto questo. Fa male" dice al Tirreno. Alessandro ha 53 anni e ha passato quasi metà della sua vita in quell'azienda: "Non era preventivato – racconta –. Io, che lavoro all’ufficio acquisti, vedo costantemente le spedizioni e non riesco a credere che la Gkn fosse un’azienda che meritava di chiudere. Ora, davanti a me, vedo un futuro a tinte fosche: ho due bambini e un mutuo da pagare. Senza considerare che, alla mia età, trovare un nuovo lavoro non sarà facile. Dovrò rimettermi in gioco, dopo una vita trascorsa qui. È molto triste"

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