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Giovanni Lattuca, l’uomo che a 66 anni ha sposato Dio dopo il matrimonio felice con Rita

Giovanni Lattuca, siciliano di nascita ma calabrese d’adozione, a quasi 70 anni ha deciso di stravolgere la sua esistenza e diventare un sacerdote. Don Giovanni è padre di due figlie, nate dal lungo matrimonio con Rita, l’amata moglie scomparsa otto anni fa. A Fanpage.it dice: “Quello che conta non è il giudizio delle persone. È del giudizio di Dio che bisogna aver timore, mai di quello della gente”.
A cura di Francesca Lagatta
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Quasi quasi cambio vita. È questo quello deve aver pensato l'ex capo stazione Giovanni Lattuca, 66 anni, siciliano di nascita ma calabrese d'adozione, quando tre anni fa ha deciso di stravolgere la sua esistenza e diventare di lì a poco un sacerdote. Una scelta ponderata la sua, valutata a lungo, che ha fatto leva su un desiderio coltivato da tutta una vita, ma accantonato quando, appena quindicenne, Giovanni lascia senza un preciso motivo il seminario di San Vincenzo De' Paoli a Palermo, dov'era entrato poco più che bambino. L'uomo, che vive a Montegiordano, piccolo centro collinare che sovrasta la costa ionica cosentina, è stato ordinato sacerdote lo scorso 6 agosto dal vescovo della diocesi di Cassano allo Ionio, monsignor Francesco Savino. Ma il coraggio di cambiare radicalmente la sua vita alla soglia dei 70 anni, e per di più pur vivendo in un piccolo borgo della Calabria, non è l'unico tratto straordinario di questa storia. Il 66enne, infatti, è anche anche padre di due figlie, nate dal lungo matrimonio con Rita, scomparsa otto anni fa.

Una storia di forza e speranza

Prima di abbracciare definitivamente il clero, Giovanni si era sposato nel 1981 con una donna del posto di cui si era infatuato già al primo incontro. Quella con Rita è stata un'unione felice, costellata di gioie e soddisfazioni, e si è conclusa solo nel 2013, quando la donna è stata colpita da un tumore al pancreas che l'ha strappata alla vita nel giro di poche settimane. Dopo la morte della moglie, Giovanni è dilaniato dal dolore e cerca un appiglio per sopravvivere, per non sprofondare nei meandri della disperazione. Lo trova nella fede, dopo aver smaltito la rabbia, quella stessa fede che lo aveva accompagnato per tutta la sua esistenza e che nel 2008, di comune accordo con la consorte non ancora colpita dal destino beffardo, lo aveva portato a intraprendere il percorso per diventare diacono permanente, un ministro di culto, il grado clericale più alto consentito nella chiesa cattolica a un uomo sposato. Lo diventerà nel 2018 e quello, dice don Giovanni Lattuca, è il momento in cui si convincerà che i tempi sono maturi per esaudire quel desiderio rimasto nascosto in un angolo dell'anima per troppo tempo.

Una scelta coraggiosa

Quando Giovanni ha comunicato ai suoi famigliari di voler indossare gli abiti talari, la notizia è stata accolta con enorme entusiasmo, così come hanno fatto tanti suoi concittadini che oggi assistono alle celebrazioni nella chiesa madre Sant'Antonio di Padova a Montegiordano. Ovviamente la sua decisione ha generato anche critiche e pregiudizi, ma il neo sacerdote se ne infischia e fa spallucce, liquidando così la questione: "Nella vita c'è sempre qualcuno che ha da ridire, ma quello che conta non è il giudizio delle persone. È del giudizio di Dio che bisogna aver timore, mai di quello della gente".

Mai cedere alla disperazione

Quella di Giovanni Lattuca è una storia di amore e resilienza che spinge il parroco di Montegiordano a diffondere un messaggio di speranza rivolto a coloro che in questo momento vivono stretti nella morsa del dolore e non vedono la luce in fondo al tunnel. "Non è facile consolare una persona che ha perso qualcuno di molto caro, sono momenti terribili – afferma Giovanni, che mentre parla ha gli occhi lucidi -, però io dico sempre di affidarvi al buon Gesù, lui saprà trovare il modo per risollevarvi. Basta un briciolo di fede".

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