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Genova, neonato morto dopo la circoncisione: condannati il “santone”, la madre e la nonna

Osas Okundaye, il “santone” accusato di aver causato la morte del neonato che lo scorso aprile a Genova perse la vita in seguito a una circoncisione fatta in casa, è stato condannato a otto anni di carcere. Oltre al 34enne sono state condannate anche la mamma e la nonna del bambino, entrambe a cinque anni e quattro mesi.
A cura di Davide Falcioni
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Osas Okundaye, il "santone" accusato di aver causato la morte del neonato che lo scorso aprile, nel quartiere genovese di Quezzi, perse la vita in seguito a una circoncisione fatta in casa, è stato condannato a otto anni di reclusione. Oltre al 34enne sono state condannate anche la mamma e la nonna del bambino, entrambe a cinque anni e quattro mesi. Nei confronti dei tre gli imputati il giudice Silvia Carpanini ha derubricato le accuse da omicidio preterintenzionale a omicidio colposo. Stando a quanto ricostruito in sede processuale la mamma e la nonna del piccolo avevano contattato Okundaye sui social network dopo la segnalazione di alcuni conoscenti: l'uomo si era fatto pagare con 50 euro e con alcuni generi alimentari e aveva praticato la circoncisione utilizzando una lametta da barba: il bimbo era morto dissanguato ne giro di pochi minuti.

Dopo aver praticato l'incisione l'uomo se n'era andato ma durante la notte le due donne l'avevano contattato perché preoccupate delle condizioni di salute del piccolo: lui le aveva rassicurate, invitandole anche a non chiamare l'ambulanza "perché avrebbero avuto problemi tutti e tre con la giustizia", poi aveva cercato di fuggire verso la Francia con la famiglia ed era stato arrestato dalla polizia al confine di Ventimiglia.

L'esame sul corpo del neonato aveva mostrato che la circoncisione era stata praticata con una lametta da barba. L'intervento tuttavia era stato eseguito in modo grossolano, rimuovendo troppa pelle con recisione dell'arteria frenulare. Dalle indagini è emerso che il ‘santone' era noto nella comunità nigeriana e che aveva praticato altre circoncisioni clandestine a altri bimbi, compreso suo figlio.

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