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Gela, una tonnellata di petrolio in mare. Crocetta: “Eni faccia chiarezza”

Qualche giorno fa l’ennesimo disastro ambientale, stavolta una tonnellata di petrolio riversata in mare dal Topping 1 della raffineria di Gela.
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Qualche giorno fa l'ennesimo disastro ambientale. Questa volta ad essere colpita è stata Gela, quinta città della Sicilia e sede di un impianto petrolchimico marchiato dal famoso cane a sei zampe Eni. Una fuoriuscita di petrolio durata circa un'ora ha infatti invaso il fiume Gela, fino a raggiungere parte della costa. La stima è di almeno una tonnellata di petrolio riversata in mare dal Topping 1 della raffineria che è l'impianto dove avviene la prima parte della raffinazione.

Ancora in fase di studio il danno ambientale e la reale estensione della macchia nera che ha colpito la città di Gela. Subito dopo l'allarme l'impianto è stato posto sotto sequestro “per esigenze probatorie e di cautela” e il procuratore capo della città nissena, Lucia Lotti, ha aperto un'inchiesta per disastro colposo e danneggiamento aggravato. Da una prima analisi degli inquirenti, sembrerebbe che sia stato accertato il mancato funzionamento della valvola di sicurezza, che serve appunto per scongiurare possibili fuoriuscite dall'impianto. Allo studio è stata posta inoltre la probabile carenza relativa alle manovre di sicurezza.

Immediata la presa di posizione da parte del presidente della Regione Rosario Crocetta che, in un passaggio molto duro di una sua nota diffusa alla stampa, ha affermato che “l’Eni ha sempre assicurato che investimenti sarebbero stati realizzati al più presto possibile, mentre non si riesce ad avere un crono programma preciso. I gruppi industriali petroliferi – ha poi aggiunto Crocetta – dovrebbero cominciare a dirci con chiarezza cosa intendono fare rispetto a impianti che hanno bisogno di tanti investimenti e manutenzioni straordinarie”. Proprio ieri questa ragione l'Eni è stata convocata in Regione, dove si è svolto un incontro durato diverse ore.

Bisogna cercare di dare il giusto peso alla vicenda, pare si sia trattato di episodio assolutamente casuale, ma di strana natura perchè non si riesce a capire se c'è stata una manovra errata. Su questo credo che aziende e sindacati ne sappiano più di noi”. Queste le parole del governatore siciliano che ha aperto il tavolo di confronto tra azienda, parti sociali e Asp. “Mi è parso strano che questo episodio sia accaduto all'indomani di un articolo di un giornale, per il quale sembra non sia stato fatto alcun investimento ambientale nel territorio, e sapete tutti quanti che non è vero, perchè questi investimenti sono stati fatti e la situazione non è la stessa di tanti anni fa. Strano che accada all'indomani di una giunta regionale che, proprio a Gela ha deliberato che in tutti i siti industriali, si realizzasse un tipo di medicina che affronti i rischi collegati alla presenza di poli industriali, questa è una svolta che si attendeva da anni e potrà contribuire anche a ridurre la casistica dei malati”.

Restano molti punti interrogativi sulla questione, che solo l'inchiesta della magistratura e le perizie potranno chiarire. Dal canto suo il governatore Crocetta si augura che “tutta questa vicenda ambientale possa essere gestita in maniera assolutamente in modo nuovo e positivo, non solo per rassicurare la popolazione ma per rassicurare anche i lavoratori rispetto alle prospettive, dato che so che in molti sono in cassa integrazione". I danni ci sono e in prossimità della stagione non possono che allarmare gli operatori dei lidi balneari. Su questo punto pare ci sia la volontà dell'Eni di offrire assistenza agli operatori degli stabilimenti balneari assicurando il totale ripristino delle zone danneggiate dall'incidente. Secondo la Regione, va valutata la necessità di proporre nel territorio siciliano esperienze come quelle che sono in corso a Sannazaro – tecnologia EST- che è in grado di produrre senza generare coke e presenta alte performance di tutela ambientale e che potrebbe caratterizzare il futuro delle raffinerie in un quadro di abbassamento radicale dell'inquinamento. Questo sarebbe un primo passo verso un potenziale risanamento di zone come Gela, Priolo, Milazzo, fortemente penalizzate dal punto di vista ambientale e turistico per la presenza “ingombrante” di quelli che molti studiosi hanno spesso definito“mostri” ecologici.

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