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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Garlasco, l’ex pg di Milano Barbaini: “Niente dimostra l’esistenza di un colpevole alternativo a Stasi”

La nota l’ex sostituto procuratore generale di Milano, Laura Barbaini, che sostenne l’accusa nei due processi di appello nei confronti di Alberto Stasi: “Gli elementi della relazione delle indagini private ed i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell’esistenza di un colpevole alternativo”.
A cura di Redazione
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Alberto Stasi e Chiara Poggi.
Alberto Stasi e Chiara Poggi.
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Nessun elemento delle indagini private svolte dalla difesa di Stasi dimostrava l'esistenza di un colpevole alternativo a Stasi stesso. Lo ribadisce in una nota l'ex sostituto procuratore generale di Milano, Laura Barbaini, che sostenne l'accusa nei due processi di appello nei confronti di Stasi.

Lo puntualizza ora replicando a quanto affermato durante la trasmissione del programma Ore 14 Sera in onda su Rai 2 lo scorso 9 ottobre. La magistrata ora in pensione ha ribadito: "Avevo (…) ritenuto, con provvedimenti contestualmente adottati, che gli elementi della relazione delle indagini private ed i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell'esistenza di un colpevole alternativo" ad Alberto Stasi, ovvero l'unico condannato in via definitiva per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. E sempre nel comunicato Barbaini ripercorre le tortuose tappe del tentativo di riaprire il caso.

Era il 2016 quando la difesa di Stasi depositò – ricorda l'ex pg – dei documenti che dimostravano che sulle unghie di Chiara Poggi ci fosse il DNA di Andrea Sempio, smentendo la perizia del 2014 del Professore Francesco De Stefano incaricato dal giudice d'Appello Bis nel processo ad Alberto Stasi di eseguire le analisi su ciò che rimaneva delle unghie di Chiara. Nella relazione della difesa del condannato si leggeva "dell'esistenza di elementi per richiedere la revisione della sentenza di condanna di Stasi". Su quelle indagini su Andrea Sempio si attivò anche la procura generale di Milano: proprio Laura Barbaini scrisse una nota di 13 pagine a Mario Venditti (l'ex procuratorie di Pavia che archiviò nel 2017 le indagini su Sempio e ora indagato per corruzione in atti giudiziari) due mesi prima dell'archiviazione in cui riportava che l’ipotesi che ci fosse qualcun altro coinvolto nell'omicidio era priva di “ogni razionalità e plausibilità”. Nel dettaglio: "Le perquisizioni nella abitazione di Chiara Poggi e presso l’Uffici non consentono l’acquisizione di scritti, foglietti o appunti che riguardino un qualsiasi contatto tra Sempio Andrea e Chiara Poggi", né "alcun cenno ad Andrea Sempio in qualche modo compare sul computer di Chiara", si legge.

"Ovviamente – conclude l'ex sostituto procuratore generale – il riepilogo è stato fatto richiamando le risultanze, sulla base delle quali avevo già ritenuto, con provvedimenti contestualmente adottati, che gli elementi della Relazione delle indagini private e i relativi allegati non fossero idonei a sostenere la fondata dimostrazione dell'esistenza di un colpevole alternativo al condannato".

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