Garlasco, cosa sappiamo sulla borsa di Chiara Poggi fotografata dagli inquirenti e poi sparita nel nulla

Nell'ambito del nuovo filone d'indagini sul delitto di Garlasco, che vede indagato il 37enne Andrea Sempio per concorso per l'omicidio di Chiara Poggi, verificatosi il 13 agosto 2007, si stanno passando al setaccio oggetti già analizzati in passato o comunque attenzionati e che potrebbero rivelare informazioni utili agli inquirenti al lavoro. Dopo gli orecchini della vittima, si sta parlando anche di una borsetta di sua proprietà che sarebbe stata fotografata dalle forze dell'ordine che si recarono quel giorno di agosto di 18 anni fa nella villetta di via Pascoli e che poi sarebbe sparita.
Si tratta di una Pinko Bag, che nelle immagini scattate dai carabinieri il giorno del delitto, si sarebbe trovata sulla sedia della cameretta di Chiara Poggi. Come ha riferito l'AGI, che ha potuto visionare dei documenti in merito, quell'accessorio "era sicuramente in uso della vittima, nei giorni antecedenti all'omicidio" perché nella foto si vede anche lo scontrino contenuto, che era quello relativo all'acquisto della pizza la sera del 12 agosto mangiata dalla vittima assieme al fidanzato Alberto Stasi, al momento unico condannato in via definitiva per l'omicidio. L'immagine scattata non chiarisce però cosa ci fosse dentro la borsetta, a parte lo scontrino. E il contenuto non venne repertato.
Come ha riferì la Provincia Pavese, la borsa venne poi restituita dagli inquirenti alla famiglia di Chiara Poggi, che ha smentito il furto della stessa avvenuto qualche giorno dopo nella casa di Gropello Cairoli dove si era trasferiti per qualche tempo dopo il delitto. I genitori di Poggi hanno infatti sottolineato che non ci sono agli atti denunce del presunto furto e non esistono verbali di dissequestro, mostrando poi la borsa alle telecamere. Il quotidiano aveva invece ipotizzato che già all'epoca si parlasse di un "furto non casuale".
Intanto, per quanto riguarda Alberto Stasi, fidanzato di Chiara dell'epoca e unico condannato in via definitiva per il delitto, ieri la Procura Generale ha fatto ricorso in Cassazione contro la semilibertà, concessagli le scorse settimane dal Tribunale di Sorveglianza, appellandosi ad una intervista rilasciata al programma tv Le Iene. "Tutto è stato già ampiamente chiarito sia dal carcere che anche dal Tribunale di Sorveglianza", è stato il commento della difesa a Fanpage.it. Durante l'intervista (a pochi giorni dalla sua semilibertà) a Le Iene Alberto Stasi ha spiegato: "Negli ultimi anni ho iniziato a lavorare fuori, a vedere un po' di più la mia famiglia e ad andare avanti, passo dopo passo. Piccole cose, ma importanti. Quello che sta succedendo adesso? Uno tsunami di emozioni, chiamiamolo così