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Perde gambe e braccia per errore medico, Anna e la battaglia per le protesi consigliate da Bebe Vio

“Non so come andrà a finire ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo. Se sarà necessario affronterò anche il processo per avere risarcimento”, ha dichiarato Anna Leonori, la mamma di Terni vittima di una diagnosi sbagliata che le ha fatto perdere gambe e braccia.
A cura di Antonio Palma
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"Non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito. Vivo ogni giorno con la preoccupazione che si possa rompere un pezzo delle protesi, cosa che mi costringerebbe a tornare sulla sedia a rotelle" così Anna Leonori, la mamma di Terni vittima di una diagnosi sbagliata che le ha fatto perdere gambe e braccia, si è detta pronta ora una lunga battaglia legale in tribunale dove ha trascinato ospedali e Asl per ottenere un risarcimento.

Dall’altra parte in tribunale ci saranno i rappresentanti dell’ospedale Santa Maria di Terni, del Regina Elena di Roma e dell'Ausl Romagna che nel tempo hanno tenuto in cura la donna. A loro la 46enne chiede ora un risarcimento monetario per poter condurre una vita più vicina alla normalità grazie a protesi speciali che le ha consigliato anche la campionessa sportiva Bebe Vio.

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Per ora è tutto in mano ai periti, come disposto dal tribunale civile nell'ambito dell'accertamento tecnico preventivo, ma la donna è pronta a difendere i suoi diritti in Tribunale. "I periti concluderanno il loro lavoro a giugno. Non so come andrà a finire questa fase ma so con certezza che non si libereranno di me in alcun modo. Se sarà necessario affronterò anche il processo", ha dichiarato la 47enne al Messaggero, rivelando: “Sono stata costretta a rivivere il mio calvario, a sottopormi a una visita di fronte ad una quindicina di periti. Tutto questo in attesa di avere giustizia per i danni che ho subito”.

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Il calvario di Anna inizia nel 2014 quando le viene diagnosticato un tumore maligno che richiede un intervento estremamente invasivo. Viene operata a Roma con l'asportazione di utero, ovaie, 40 linfonodi e della vescica, sostituita con una ortotopica. Da qui è cominciata per lei una luna scia di dolore e sofferenza con anni di infezioni e ricoveri. Nel 2017 infine una "peritonite acuta generalizzata causata dalla perforazione della neo vescica" che l’ha portata in coma per un mese e mezzo ma soprattutto all'amputazione di gambe e braccia

Da allora ha dovuto imparare di nuovo a muoversi, prima in sedia a rotelle e poi con le protesi. “Le costosissime protesi acquistate grazie alle raccolte fondi di associazioni di volontariato e privati mi hanno cambiato la vita” ha spiegato Anna ma le protesi si deteriorano in fretta e le garanzie durano solo due anni. Per questo “non è un capriccio la necessità di avere un risarcimento per quello che ho subito” ha concluso la donna.

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