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Funerale senza corpo a Ferrara: la bara tumulata è vuota. Presentato esposto in procura: cosa è successo

A Ferrara un funerale è stato celebrato con una bara vuota: la salma era ancora in obitorio. L’agenzia funebre comunale ha avviato verifiche e presentato un esposto alla Procura.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Un funerale senza corpo: è accaduto a Ferrara, dove i funerali di una donna di 86 anni sono stati celebrati con tanto di bara tumulata, mentre la salma era ancora conservata nelle celle frigorifere dell’ospedale del Delta di Lagosanto. La vicenda, scoperta solo diversi giorni dopo la celebrazione del rito, ha suscitato incredulità e sconcerto in città, aprendo un fascicolo conoscitivo presso la Procura di Ferrara e costringendo Amsef, l’agenzia funebre comunale, a una immediata ricostruzione interna dei fatti.

Tutto ha inizio il 10 novembre 2025, quando la famiglia partecipa al funerale convinta che la salma sia stata già trasferita in ospedale e pronta per la sepoltura. Nei giorni successivi, però, dall’ospedale parte una richiesta di chiarimento: la salma risultava ancora custodita nelle celle frigorifere e si chiedeva quando Amsef intendesse ritirarla. Da questo momento emergono le prime incongruenze: la bara tumulata potrebbe essere stata completamente vuota oppure, ipotesi più grave, riferita a un’altra persona.

Secondo una prima ricostruzione interna, Amsef aveva incaricato una ditta privata del trasporto della bara fino all’ospedale. Il feretro sarebbe arrivato già chiuso e, ritenendo completate le operazioni preliminari, gli operatori comunali avrebbero provveduto alla saldatura ermetica della bara e quindi alla celebrazione dei funerali senza ulteriori verifiche. Solo la comunicazione dell’ospedale ha fatto emergere la possibile discrepanza tra il contenuto della bara e la salma reale.

Per fugare ogni dubbio, è stata programmata l’estumulazione del feretro, necessaria per accertare la reale presenza o meno della salma. La conferma, arrivata in giornata, ha chiarito che la tumulazione era avvenuta con un feretro privo di corpo. Amsef ha subito informato la famiglia, fornendo spiegazioni puntuali sull’accaduto e sul percorso di verifica avviato. I parenti, comprensibilmente scossi, hanno richiesto la massima riservatezza, richiesta accolta dall’agenzia.

Contestualmente, Amsef ha avviato le verifiche interne previste dai protocolli aziendali e ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per garantire la massima trasparenza e consentire agli organi giudiziari di accertare i fatti. L’agenzia ha inoltre precisato che, qualora emergessero responsabilità riconducibili al personale interno, saranno applicate le misure disciplinari previste dalle normative vigenti.

L’avvocato Michele Ciaccia, che rappresenta la figlia della defunta, ha dichiarato: “Vogliamo che questa vicenda si chiuda rapidamente, affinché la signora possa finalmente ricevere una degna sepoltura”.

L’episodio ha aperto interrogativi su possibili errori procedurali e sulle responsabilità nell’ambito della gestione delle salme. Le prime indagini indicano che l’errore è potuto derivare dal fatto che la bara era stata consegnata chiusa e considerata pronta per la sepoltura senza ulteriori controlli. Solo il dialogo con l’ospedale ha portato alla scoperta della discrepanza.

Amsef assicura che le verifiche proseguiranno fino alla completa ricostruzione dei fatti e all’adozione di tutte le misure correttive necessarie. Nel frattempo, il fascicolo aperto in Procura è di tipo conoscitivo: non ci sono indagati né ipotesi di reato, ma l’obiettivo è chiarire compiutamente la dinamica dell’accaduto e prevenire il ripetersi di simili episodi in futuro.

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