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Francesca Masi e la sua lotta contro il tumore: “Attendo il trapianto al tempo del coronavirus”

Francesca Masi è una psicologa di 45 anni sposata e con un figlio di 10 anni: dovrà essere sottoposta a un trapianto di midollo osseo, ma l’emergenza sanitaria legata alla pandemia di coronavirus potrebbe far slittare il delicato intervento.
A cura di Davide Falcioni
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Si chiama Francesca Masi, è una psicologa di 45 anni sposata e con un figlio di 10 anni e dovrà essere sottoposta a un trapianto di midollo osseo. La donna, infatti, da quattro anni combatte contro un raro tumore del sangue, la mielofibrosi, e l'unica possibilità di riuscire a sopravvivere è proprio quella del trapianto, un'operazione che tuttavia con l'emergenza sanitaria legata al coronaviru potrebbe slittare: "A causa del covid-19 tutti i trapianti sono stati rimandati perché ogni volta che una persona accede a un ospedale corre il rischio di essere contagiata". Un rischio ancora più alto per Francesca, essendo immunodeficiente: "Si deve valutare se vale la pena correre un rischio infettivo. Io sono in una condizione in cui grazie ai farmaci posso andare avanti ancora un po', ma di certo non uno o due anni".

Le condizioni di salute di Francesca Masi sono precipitate a novembre scorso e ora un trapianto di midollo non è più rinviabile: a donarglielo dovrebbe essere un giovane uomo tedesco risultato compatibile. La 45enne dovrà essere trasferita al Policlinico Gemelli di Roma e lì essere sottoposta a un trapianto nel giro di qualche mese: nel frattempo, però, dovrà prepararsi a lungo all'operazione e necessita di trasferirsi a Roma; l'unico alloggio trovato ha un costo mensile di 1.650 euro, ragion per cui la donna nei giorni scorsi è stata costretta a chiedere aiuto: "Lo faccio – spiegava sulla sua pagina Facebook – contrastando una parte di me, ma ho pensato che l’amicizia e la solidarietà devono battere l’orgoglio. Perché i legami umani valgono di più di un sentimento che di fondo è solo un derivato della competizione. Perché sono una psicologa e non ha senso che proprio io sia schiava di resistenze emotive che boicottano la mia felicità. E poi questa cosa del non fornire nessuna assistenza a me e ai familiari, a parte quella sanitaria strettamente necessaria, mi sembra un’ingiustizia”. L'obiettivo di Francesca era di raccogliere 10mila euro, ma la sua campagna è stata un enorme successo e nel giro di pochi giorni la somma raccolta è stata quasi il doppio.

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