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Foto in posa col cadavere riesumato al cimitero, operaio a processo per vilipendio: “Solo ingenuità”

L’agghiacciante immagine che ha come scenario il cimitero di Uggiano La Chiesa, in Provincia di Lecce, ha messo nei guai un operaio salentino di 58 anni che ora è accusato di vilipendio di cadavere.
A cura di Antonio Palma
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Un uomo in abiti da lavoro con guanti e mascherina che con la mano solleva i resti di un cadavere in avanzato stato di decomposizione appena riesumato al cimitero e si fa scattare una foto tenendo in alto come fosse un pupazzo. È l’agghiacciante immagine che ha messo nei guai un operaio salentino di 58 anni che ora è accusato e sarà processato per il reato di vilipendio di cadavere. Scenario dello scatto il cimitero di Uggiano La Chiesa, piccolo comune pugliese in Provincia di Lecce.

Come ricostruisce il Corriere Salentino, i fatti risalgono a prima dell’estate, come confermano anche gli abiti dell’uomo in maglietta verde. Il momento era uno delle riesumazioni di defunti richiesta per un trasferimento di salma in un altro loculo. Una possibilità concessa dalla legge ma solo dopo almeno dieci anni dal decesso. Tra cassa da morto vuota, carrello per spostare le bare e attrezzi vari, è andato in scena così lo scatto incriminato.

La scena, con ogni probabilità avvenuta in assenza dei parenti del defunto, vede come protagonista un operaio che era lavoro nel cimitero per conto di una ditta esterna. L’uomo avrebbe chiesto a un altro dei presenti la foto scattata col telefono che poi ha iniziato a circolare nel giugno scorso tra chat e gruppi locali.

La foto infine è arrivata all’attenzione del sindaco della cittadina salentina che ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri facendo partire le indagini. Dopo aver identificato l’uomo in foto, i militari lo hanno denunciato per vilipendio di cadavere sottolineando come l’uomo abbia esposto la salma “in maniera indegna ponendolo in posizione eretta accanto a sé offendendo il decoro e il rispetto dovuto ai resti mortali”.

Nei suoi confronti il Gip ha emesso un decreto penale di condanna applicandogli una pena pecuniaria senza un processo tradizionale ma l’uomo si è opposto e conta di poter andare a giudizio per spiegare le sue ragioni, sostenendo che il gesto è stato frutto di una ingenuità senza nessun intento di offendere la memoria del defunto.

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