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Foggia, minacce di licenziamento per chi non votava per il figlio: interdetto ex presidente Astra

Ludovico Maffei, ex presidente Astra, cooperativa concessionaria di un appalto pubblico per la fornitura di servizi per gli asili nido comunali a Foggia, avrebbe minacciato le lavoratrici prospettando loro un licenziamento o un mancato rinnovo contrattuale se non avessero votato per il figlio candidato alle elezioni.
A cura di Susanna Picone
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La Digos e i poliziotti della Sezione di Polizia postale di Foggia hanno eseguito un’ordinanza di applicazione del divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica amministrazione, di ricoprire uffici direttivi e di esercitare attività di impresa, nei confronti di Ludovico Maffei, ex presidente di Astra, una cooperativa concessionaria di un appalto pubblico per la fornitura di servizi per gli asili nido comunali a Foggia.

La persona indagata è ritenuta responsabile di violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, istigazione alla corruzione, violenza privata e violenza o minaccia a un elettore. Le indagini – secondo quanto emerso – sono iniziate a seguito di un esposto che raccoglieva le lamentele di alcune lavoratrici che raccontavano di ricatti all’interno dell’ambiente lavorativo.

Grazie al lavoro degli investigatori è emerso che il loro ex presidente minacciava le dipendenti di licenziamento o del mancato rinnovo del contratto qualora non avessero votato per il proprio figlio, che si era candidato alle elezioni del 2019 (venne eletto consigliere con 913 preferenze nella lista dell'ex sindaco Franco Landella "Foggia Vince"). L'osservanza alle imposizioni di voto permetteva alle lavoratrici bisognose di conservare il proprio posto garantendosi l'unico mezzo di sostentamento economico per sé e per i propri familiari.

Parallelamente a questa operazione, gli agenti della Digos e della Postale di Foggia hanno compiuto un’altra indagine riguardante le consultazioni elettorali del 2020, riuscendo a risalire a 21 persone che avrebbero votato in favore di un candidato, in cambio di denaro o altri regali, fornendo come prova una fotografia effettuata nella cabina elettorale.

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