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Figli avevano sostituito i boss in cella: blitz contro clan dei Barcellonesi a Messina, 59 arresti

Le nuove leve del clan, tra cui alcuni dei figli dei principali capimafia barcellonesi, oramai da lungo tempo detenuti, erano a capo di una struttura criminale che negli ultimi anni aveva investito massicciamente nel settore del traffico di sostanze stupefacenti. In manette sono finiti affiliati e gregari della cosca egemone sul versante tirrenico della provincia di Messina.
A cura di Antonio Palma
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I boss storici erano stati arrestati ed erano in cella da tempo ma i clan mafiosi del Messinese continuavano a prosperare attraverso i loro affari illeciti grazie ai figli, rampolli delle famiglie mafiose locali. È quanto hanno scoperto i carabinieri del Comando Provinciale della città dello Stretto e del R.O.S. che nelle scorse ore, su ordine del Gip del Tribunale di Messina hanno arrestato 59 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, spaccio, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, violenza e minaccia, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. L’operazione antimafia che ha portato al maxi blitz di oggi, coordinata dalla Procura Distrettuale di Messina e denominata "Dinastia", ha preso di mira i clan mafiosi egemoni nel Barcellonese, nel cuore della provincia di Messina, storicamente legati a Cosa nostra palermitana.

In manette sono finiti affiliati e gregari della cosca barcellonese egemone non solo a Barcellona Pozzo di Gotto ma anche sul versante tirrenico della provincia di Messina e le Isole Eolie visto che una delle piazze di spaccio più attive era proprio sull’isola di Lipari. Secondo l’accusa, la cosca mafiosa messinese negli ultimi anni aveva investito massicciamente nel settore del traffico di sostanze stupefacenti rifornendo anche altri gruppi criminali attivi nello spaccio ai minori livelli, mettendo in atto iniziative che cercavano di conciliare la tradizione con la modernità criminale. Tra le altre cose ad esempio si è scoperto che gli ordini di droga li facevano sulle chat private dei social, per evitare di essere intercettati.

Proprio le intercettazioni insieme alle rivelazioni di alcuni pentiti hanno permesso però agli inquirenti di ricostruire tutti i canali dei traffici illeciti. “Le nuove leve del clan, tra cui alcuni dei figli dei principali capimafia barcellonesi, oramai da lungo tempo detenuti, erano a capo di una struttura criminale che operava con metodo mafioso nel traffico e nella distribuzione di ingenti quantitativi di cocaina, hashish e marijuana nell’area tirrenica della provincia di Messina e nelle isole Eolie, anche rifornendo ulteriori gruppi criminali satelliti, attivi nello spaccio ai minori livelli”. spiegano i carabinieri. Il clan però non aveva rinunciato agli storici affari criminali come estorsioni a tappeto nella provincia di Messina ai danni di commercianti e imprenditori locali.

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