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Femminicidio Gentiana a Tolentino, l’autopsia: “Uccisa con 17 coltellate, ha tentato di difendersi”

Gentiana Kopili è morta dissanguata dopo 17 coltellate inferte dall’ex marito Nikollaq Hudhra, che l’ha aggredita a Tolentino. L’autopsia conferma il tentativo di difesa e fuga. L’uomo è in carcere per omicidio premeditato.
A cura di Davide Falcioni
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A sinistra, Gentiana Kopili, 45 anni.
A sinistra, Gentiana Kopili, 45 anni.

È morta dissanguata, colpita da 17 fendenti inferti con violenza dall’ex marito. Questo l'esito dell’autopsia eseguita oggi all’obitorio di Macerata sul corpo di Gentiana Kopili, la donna di 45 anni uccisa sabato scorso a Tolentino in un  ennesimo efferato femminicidio.

Secondo quanto accertato dal medico legale Antonio Tombolini, incaricato dal sostituto procuratore Enrico Riccioni, la causa del decesso è una massiva emorragia interna provocata dalle coltellate che hanno raggiunto organi vitali. L’arma del delitto è un coltello da cucina con una lama di 18 centimetri, che Nikollaq Hudhra, 55 anni, connazionale della vittima e attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario premeditato, avrebbe portato con sé nascosto in una busta per non attirare l’attenzione.

Stando a quanto emerso nel corso delle indagini Gentiana, che stava camminando lungo via Benadduci parlando al telefono, è stata sorpresa alle spalle. La donna ha tentato di difendersi: una delle ferite a un braccio dimostra che ha alzato l’arto nel disperato tentativo di parare il primo colpo. Sono presenti inoltre lesioni superficiali, interpretate dagli inquirenti come segni di una colluttazione o di un tentativo di fuga.

Ma la furia di Hudhra non si è fermata. L’uomo l’ha inseguita per alcuni metri prima di colpirla ancora, questa volta da dietro, con movimenti dall’alto verso il basso. Alcuni colpi hanno raggiunto il collo, altri il dorso e il costato. Le ferite interne, particolarmente gravi, hanno causato l’emorragia letale. Non solo: sono state rilevate anche contusioni al volto, probabilmente provocate da calci mentre la donna era ormai a terra, inerme. Dopo l’omicidio, l'assassino si è seduto su una panchina a pochi metri dal corpo, dove è stato trovato dai carabinieri e condotto in caserma.

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