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Federico Aldrovandi, il ricordo del papà nel giorno del 35esimo compleanno: “Parlami con la tua voce”

Il ricordo del papà di Federico Aldrovandi, morto nel 2005 a Ferrara dopo un controllo di polizia, nel giorno del suo 35esimo compleanno: “Quante cose oggi avrei da raccontarti e chissà quante altre tu. Con la tua verità, quella più importante, quella che ancora mi manca, di una pazzia consumata senza freni, in un’alba assassina e vigliacca”.
A cura di Ida Artiaco
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"Caro Federico, da poco è il 17 luglio 2022. Credo che fra un po’, ti avrei chiamato per augurarti semplicemente Buon compleanno Federico".

Comincia così il lungo post pubblicato su Facebook da Lino Aldovrandi, papà di Federico, che a 18 anni è stato ucciso a Ferrara durante un controllo di polizia. Era il 25 settembre del 2005: oggi Federico avrebbe compiuto 35 anni.

"È proprio vero che se anche il tempo passa, un genitore, orfano di un figlio, nel tuo caso ucciso senza una ragione, una bastarda, infame domenica mattina, sopravvive soltanto. La “bellezza e la presenza” di altri figli intorno, sarà comunque per quel genitore orfano di un figlio, sempre molto importante, ed anche se in un certo senso lo aiuterà, il sorriso di “quel figlio” ed il suo sguardo gli mancheranno maledettamente. Ognuno di noi è unico ed ha un solo cuore che batte nel petto", si legge ancora.

E poi: "Quel cuore non potrà mai essere sostituito. Nel 1987, l’anno in cui nascesti, l’anno in cui toccai il cielo con un dito, usciva una canzone dal titolo “proprio come in paradiso”. Quel “piccolo paradiso”, qui su questa terra, l’avevamo conosciuto insieme, mio dolce piccolo eterno Federico. Quei tuoi 18 anni, massacrati dalla bestialità umana, giaceranno per sempre invece sull’asfalto di “quella” via silenziosa e indifferente, in tutto e per tutto, della città che ti vide nascere".

Il signor Lino conclude scrivendo: "Buon Compleanno Federico con anche una foto, dove in riva al mare chissà di cosa parlavamo. Quante cose oggi avrei da raccontarti e chissà quante altre tu. Con la tua verità, quella più importante, quella che ancora mi manca, di una pazzia consumata senza freni, in un’alba assassina e vigliacca. Parlami Federico con la tua voce. Il “tuo cuore” sezionato…, nell’ultimo disperato messaggio d’amore, lo fece. Non smettere mai mio piccolo di farlo, ovunque tu sia".

Federico Aldrovandi morì nel 2005 dopo un controllo di polizia. Da allora, i genitori hanno portato avanti una battaglia legale che si è conclusa dopo molti anni con la condanna a tre anni e sei mesi – poi ridotti – dei quattro agenti che lo fermarono. Grazie all'indulto hanno scontato 6 mesi e sono tornati in servizio.

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